Il materiale appare riprodotto nel libro Gli anni precursori, Memorie di Prensa Latina (1959-1962), pubblicato nel 2009 da questo mezzo internazionale, la cui creazione fu iniziativa del leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, e del guerrigliero argentino Ernesto Che Guevara.
Prensa Latina
di Jorge Ricardo Masetti
L’idea di creare un’agenzia latinoamericana non è sicuramente originale. Come non lo è neanche, l’idea di liberare i popoli latinoamericani dall’imperialismo che li opprime.
Noi, che soffriamo il monopolio delle notizie, dell’informazione, dell’opinione pubblica che creavano le agenzie yankee, della “non informazione”, l’occultamento e la distorsione, sentiamo anche la necessità di creare un’agenzia informativa.
Chi vorrà leggere la storia delle agenzie imperialiste, storia scritta da loro stessi, vedranno che dal principio del secolo scorso si spartirono il mondo come una torta, affinché ogni impero potesse occultare, ai popoli che opprimevano, le notizie che più interessavano a loro, ed a noi ci toccò essere la parte della torta che corrispose agli yankee.
Loro sovvenzionarono le loro agenzie affinché i popoli dell’America latina non si conoscessero tra loro, affinché arrivassero ad odiarsi. Ed anche hanno fatto in modo che fossero sconosciuti per il resto del mondo, seguendo la Dottrina Monroe: L’America per i nordamericani, ed attenzione che nessuno portasse le sue notizie, la sua verità a quella parte del mondo che sfruttavano.
Siamo nati sorgendo la Rivoluzione Cubana. E l’imperialismo ha fatto di tutto per fermarci, si ricorse a tutti i mezzi per perseguire i nostri corrispondenti ed affinché i nostri strumenti di lavoro non oltrepassassero le dogane. In ogni paese c’è un corrotto disposto a servirli ed offuscare il nostro lavoro.
Ci si accusò di essere un’agenzia di sovversivi e logicamente che per loro lo siamo. Perché non occultiamo la repressione agli operai bananieri del Costa Rica né gli oltraggi dell’United Fruit, né le concessioni petrolifere all’imperialismo. Per loro siamo sovversivi perché diciamo la verità che fa loro perdere il sonno.
Noi siamo obiettivi ma non imparziali. Consideriamo che è una vigliaccheria essere imparziale, perché non si può essere imparziale tra il bene ed il male. Ci chiamano sovversivi, ma ciò non ci spaventa. Continueremo ad annunciare la nostra presenza ai fratelli del Panama e di Porto Ricco, e continueremo loro ad affermare: Che mettano le bombe, che caccino i gringos, che tutto il mondo lo saprà.
Adesso, già nessuno potrà occultare la verità della nostra lotta. Non succederà come nel 1950 quando si ribellò il popolo di Porto Rico contro l’oppressore imperialista e le agenzie yankee informarono al mondo che “un povero pazzo -il patriota Pedro Albizu Campos – con un gruppo di giovani rivoltosi, aveva tentato di perturbare l’ordine”.
Non si disse nulla delle centinaia di morti, della repressione contro il popolo, dei bombardamenti da punta a punta dell’isola di Porto Rico, né degli assassini che commisero le truppe dell’imperialismo yankee.
Le agenzie yankee avevano dato un mese di vita alla nostra agenzia Prensa Latina. Loro non concepivano la nostra esistenza. Non concepivano un’agenzia fatta al servizio della libertà e non dei monopoli imperialisti.
Nascemmo a Cuba, perché a Cuba nacque la rivoluzione dell’America latina, e noi abbiamo la missione di fare la rivoluzione nel giornalismo dell’America latina.
Ig/vc