La capa della diplomazia venezuelana commentò ieri sera che esistono le evidenze di questo processo di conversazioni col coordinatore nazionale del partito di estrema destra Volontà Popolare, uno dei gruppi che dirige le manifestazioni violente che scuotono Venezuela dai principi di aprile.
In un incontro celebrato a Forte Tiuna, che trasmise il canale Venezuelana di Televisione, la ministra di Relazioni Estere sostenne che, benché la moglie di Lopez -Lilian Tintori -, smentisse tale incontro, “è incominciato un dialogo con Leopoldo Lopez e lo dimostreremo in catena nazionale”.
Lunedì scorso, il sindaco del municipio Libertador della capitale, anche Jorge Rodriguez, si riferì al tema, assicurando che Lopez era disposto a negoziare la sua liberazione ed ad accettare il beneficio degli arresti domiciliari, però, è stata sua moglie, quella che ostacolò che questo si concretasse.
Il dirigente socialista sottolineò che ha le prove” che dimostrano questo fatto e che è disposto a presentarle al popolo in caso di essere smentito.
Da parte sua, Lilian Tintori, moglie di Leopoldo Lopez, ha detto questo lunedì che suo marito non era disposto a negoziare la sua liberazione, benché ammettesse che il tema della misura dell’arresto domiciliare sia stato uno dei punti toccati.
Il sindaco di Caracas segnalò che nell’incontro, Lopez “si mostrò disposto a proporre, perfino a sottoscrivere, documenti affinché cessasse la violenza”.
Ig/mfm