martedì 10 Dicembre 2024
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Gli Stati Uniti intensificano le azioni contro Siria

Le azioni degli Stati Uniti contro Siria continuano ad intensificarsi in mezzo ad una nuova crisi nel Medio Oriente tra Qatar ed Arabia Saudita e che sembra proprio sia una manovra destinata a coprire i suoi veri obiettivi. 

 
Insieme all’installazione di sistemi missilistici tipo Himars, di 300 chilometri di portata nella zona di Al Tanf, al sud della Siria, militari statunitensi garantiscono l’uscita di Raqqa verso altre zone di leader dell’Isis. 
 
Tanto Siria che Russia denunciano queste azioni e la scalata di fatti che includono intensi bombardamenti indiscriminati su questa città, considerata la capitale dell’Isis, e che provocò la morte di più di 100 civili nelle ultime settimane. 
 
Le manovre svolte in questo senso hanno in realtà l’obiettivo di rinforzare i terroristi attorno a Deir Ezzor ed ostacolare i continui avanzamenti dell’eercito siriano e milizie alleate verso le regioni menzionate. 
 
In questo senso, il parlamentare Ammar Assad, denunciò che stanno facilitando dei corridoi agli estremisti per la loro evacuazione e negoziazioni tra questi e le chiamate Forze Democratiche Siriane, dell’opposizione, affinché occupino posizioni a Raqqa e nei suoi paraggi. 
 
La situazione attuale, dal punto di vista delle autorità statunitensi ed i membri della denominata Coalizione Internazionale che dirige il Pentagono, è opacata nei grandi mezzi di comunicazione occidentali, centrati ora nelle dispute, più teoriche che pratiche, tra Arabia Saudita e Qatar. 
 
Il panorama di quello che succede nel terreno di combattimento nel nord, ad est e nel sud del territorio siriano è molto complicato, con continue tensioni e molto volubile come il vento che muove le sabbie del vasto deserto di questa devastata nazione del Levante. 
 
Siria, con l’appoggio della Russia e dell’Iran senza pretese egemoniche come tentano di dimostrare i centri di potere in Occidente, ha tutto il diritto sovrano di difendere il suo territorio invaso arbitrariamente dal nord e dal sud da parte della Turchia e truppe statunitensi ed europee. 
 
A sua volta, la debole e discussa posizione delle Nazioni Unite, manipolata in molti casi da parte degli Stati Uniti, della Francia e del Regno Unito nel Consiglio di Sicurezza, dimostra, e forse come mai prima, un’imparzialità dove la verità ed il valore smettono di essere il principio di attuazione degli esseri umani. 
 
Quello che fanno gli Stati Uniti ed “i suoi vassalli” della NATO, come bene definì recentemente il presidente russo, Vladimir Putin, in un incontro col cineasta statunitense Oliver Stone, è prolungare una guerra imposta, crudele ed inumana sulla base di interessi basati sul petrolio e sul gas in Siria e nel Medio Oriente. 
 
In questa maniera, dove non contano le opinioni e solo vale l’obbedienza cieca e senza analisi, stanno silurando le difficili negoziazioni per la pace siriana a Ginevra, ed ad Astanà, la capitale di Kazakistan, e si sciolgono nel nulla i discreti avanzamenti per la creazione di quattro zone di distensione nelle regioni della Siria. 
 
In mezzo al tradizionale mese del digiuno musulmano del Ramadan nel mondo arabo quelli che mettono la loro fede solo nelle armi sono, oltre che cattivi soldati, esecutori di una politica terrorista indiscriminata, ancorata nel passato del fanatismo ad oltranza e per tutto ciò, il Corano non ha tutte le risposte. 

Pedro Garcia Hernandez, corrispondente di Prensa Latina in Siria

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