Nel discorso di chiusura dell’atto simbolico per la fine del disarmo che si realizzò nell’accampamento transitorio di Mesestas, dipartimento sud-orientale del Meta, Timoleon Jimenez espresse nel discorso che “oggi non muoiono le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo, ma sì il nostro sollevamento in armi”.
Il massimo leader di queste forze ribelli assicurò che i colombiani compierono con il disarmo e che ora sperano che lo Stato faccia la stessa cosa con la liberazione dei guerriglieri che rimangono ancora in prigione, dopo sei mesi dalla firma della legge di amnistia.
Nella chiusura delle sue brevi parole il leader ribelle espresse: “Addio alle armi, addio alla guerra”, per liberare immediatamente nell’aria decine di farfalle gialle, come omaggio al premio Nobel di Letteratura colombiano Gabriel Garcia Marquez.
Da parte sua, Santos manifestò che valse la pena essere presidente della Colombia per arrivare a questo giorno, in cui la nazione accarezza la pace concordata con le FARC-EP.
Aggiunse il mandatario che l’abbandono delle armi per il maggiore movimento insorto del paese è il simbolo della nuova Colombia che sta cominciando, con opportunità per tutti.
Nell’apertura dell’attività nell’accampamento transitorio di Buenavista, il capo della missione dell’ONU in Colombia, Jean Arnaut, informò che gli ex guerriglieri manterranno 700 fucili per controllare i 26 luoghi dispersi nel territorio nazionale, dove si concentrano più di sette mila ex combattenti.
Nella cerimonia presero parte vari membri del governo nazionale e del Segretariato delle FARC-EP, come rappresentanti dell’ONU, la Croce Rossa Internazionale, il meccanismo tripartito di verifica e gli ambasciatori della Norvegia, Johan Vibe; e di Cuba, Josè Luis Ponce, paesi garanti degli accordi di pace.
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