Continuiamo valutando la situazione per definire quando convocheremo le nuove conversazioni, disse il diplomatico, che commentò che uno degli avvenimenti prossimi è il risultato di una riunione a Riad, in Arabia Saudita, tra gruppi oppositori.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per Siria, Staffan de Mistura, aveva informato una settimana fa la sua intenzione di convocare Ginevra-VIII in ottobre.
Ramzy considerò anche lui questo giovedì come un tema favorevole per la ripresa delle negoziazioni, che vogliono mettere fine al conflitto che esplose in marzo del 2011, lo stabilimento ad Aman, in Giordania, di un centro di monitoraggio affinché si mantengano le zone di distensione nel sud-occidente siriano.
Russia, Stati Uniti e Giordania fanno parte dell’iniziativa, applicata per ridurre le tensioni nel paese levantino e potenziare il cessate il fuoco vigente da dicembre grazie alla mediazione di Mosca ed Ankara.
La nuova ronda delle conversazioni auspicate dall’ONU genera aspettative, davanti alla volontà espressa da De Mistura di celebrare una tappa decisiva nel processo di pace, che perfino potrebbe ottenere delle conversazioni faccia a faccia tra la delegazione governativa e l’oppositrice, fatto che fino ad ora è stato impossibile, perché sempre si è trattato di un dialogo indiretto.
Sono ancora molte le sfide da superare affinché si avanzi per la strada verso la fine di un conflitto che è il risultato dell’interesse dell’occidente e dei suoi alleati regionali per imporre un cambiamento di regime a Damasco.
Una delle sfide è mettere d’accordo le multiple fazioni antigovernative che rispondono a diversi centri di potere nel mondo e nella regione.
Le parti decisero in tappe del processo già trascorse di fissare una priorità come le elezioni, la nuova Costituzione, un governo inclusivo ed il combattimento al terrorismo.
Benché le Nazioni Unite, ed in questione De Mistura, si astengono di creare false aspettative, ammettono che esistono alcuni passi incoraggianti, tra questi l’accordo sull’elenco dei temi da discutere, le riunioni a livello di esperti ed i cambiamenti sul terreno, dove la violenza è diminuita in varie località.
Inoltre, è molto importante il processo parallelo di negoziazioni ad Astanà, in Kazakistan, che avrà a metà di settembre il suo prossimo incontro.
L’incontro Ginevra-VII è terminato il mese scorso con la sensazione di un vero progresso secondo De Mistura ed il capo della delegazione siriana, l’ambasciatore presso l’ONU, Bashar Jaafari, che qualificò utile questa sezione delle negoziazioni.
Secondo l’ONU, gli attori del conflitto hanno l’obbligo di trovare un’uscita politica che metta fine alla sofferenza della popolazione del paese levantino, dove si contano centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati interni e rifugiati.
La questione più difficile è conciliare la posizione del governo che reclama, giustamente, rispetto per l’autodeterminazione del popolo siriano e la sconfitta del terrorismo imposto dall’estero, con quella di un ventaglio di organizzazioni oppositrici, molte di loro con il ruolo di servire da punta di lancia del cambiamento di regime promosso da occidente e da i suoi alleati.
Waldo Mendiluza, corrispondente di Prensa Latina presso l’ONU