“Sono tempi difficili in America Latina, ma non terribili. Non siamo oramai la sinistra del 3% di voti, siamo una sinistra con vocazione a governare e che ha dato prova di ottenere molti successi”, disse in una conferenza offerta nella città di Marsiglia, come parte dall’università dell’estate del movimento di sinistra Francia Insumisa. L’ex mandatario riconobbe che la destra regionale è riuscita a ricostituirsi, ha nelle sue mani grandi risorse e conta sull’appoggio dei mezzi di comunicazione, “ma che cosa possiamo fare di fronte a tutto ciò? Cito il gran Simon Bolivar (…): non ci resta altro che vincere”.
Correa offrì la sua dissertazione davanti ad un numeroso pubblico e ricordò quanto avanzò l’America Latina nei primi anni del XXI secolo, a partire dall’arrivo al potere di governi progressisti nella maggioranza dei paesi e dello sviluppo di progetti integrazionisti in difesa della sovranità e del benessere dei popoli.
In questo contesto, dettagliò, ebbe luogo la Rivoluzione Cittadina in Ecuador -della quale il politico è riconosciuto come il massimo leader – che permise al paese di ottenere la chiamata “decade guadagnata”.
D’accordo con l’ex presidente, questo processo è riuscito a cambiare la correlazione di forze a beneficio delle grandi maggioranze, a trasformare lo stato borghese al servizio di una minoranza in uno stato davvero popolare, al servizio del bene comune e dell’interesse generale.
Correa sottolineò che l’Ecuador lasciato nel 2017 è completamente diverso a quello ricevuto 10 anni prima, con risultati come l’impulso ed il consolidamento della crescita economica, la stabilizzazione della situazione politica, l’istituzionalità del paese ed il consolidamento della democrazia.
Inoltre, emerse, la nazione raggiunse un indice di sviluppo umano elevato, un ampio sistema di protezione sociale e siamo riusciti a ridurre notevolmente la povertà multidimensionale, ma non truccandola, bensì attaccando le sue cause strutturali.
Il leader della Rivoluzione Cittadina sostenne che tutto ciò parte dall’esperienza latinoamericana col Socialismo del Buen Vivir, che non segue modelli, ricette o dogmi, ma si orienta con principi come la ricerca della giustizia sociale e la supremazia dell’essere umano al di sopra del capitale.
“E’ tutta una questione di politica, il problema risiede in chi ha il potere in una società: le élite o le maggioranze, il capitale o gli esseri umani, il mercato o la società”, ha concluso.
Ig/lmg