giovedì 26 Dicembre 2024
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Denunciano piani per destabilizzare il governo boliviano

La Paz, 29 ago (Prensa Latina) Il ministro di Comunicazione della Bolivia, Gisela Lopez, ha denunciato oggi che dietro il conflitto nel municipio di Achacachi c’è un piano per destabilizzare il paese, dove sono inclusi l'opposizione ed attori vincolati agli Stati Uniti. 

 
“Ci sono un’intenzionalità ed un piano dietro tutto ciò”, disse il titolare, ed accusò la rappresentazione nordamericana di avere un attivismo abbastanza prepotente in questo problema, attraverso l’utilizzo di analisti con influenza nei mezzi di stampa. 
 
Achacachi è un municipio situato nel dipartamento di La Paz e da vari giorni i suoi abitanti realizzano blocchi delle strade e manifestazioni fino alla sede del governo per esigere la rinuncia del sindaco Edgar Ramos, che accusano di corruzione. 
 
Si tratta di una discordanza locale che deve ventilarsi nei tribunali e nell’organo elettorale, tuttavia, la strategia dei manifestanti è la provocazione per fare crescere un conflitto municipale, hanno denunciato le autorità. 
 
Il responsabile del comitato delle mobilitazioni di Achacachi, Felipe Quispe, alias El Mallku, condizionò la sospensione dei blocchi nella strada di Copacabana alla liberazione di persone arrestate in maniera preventiva per promuovere violente mobilitazioni nel febbraio scorso in questo municipio. 
 
“Cosa vogliono adesso? Utilizzare ex dirigenti indigeni per destabilizzare un presidente indigeno?, ha detto Lopez. 
 
Il ministro della Presidenza, Renè Martinez, coincise anche in che nel conflitto di Achacachi è un’intenzione cospirativa contro il governo. 
 
Martinez responsabilizzò l’ex dirigente contadino Felipe Quispe, l’incaricato degli affari degli Stati Uniti a La Paz, Peter Brennan, ed i politici di destra di essere i mandanti di questi piani destabilizzatori. 
 
Il ministro della Difesa, Reymi Ferreira, ha chiesto oggi ai manifestanti di lasciare il confronto con le forze dell’ordine ed evitare la ripetizione della violenza del febbraio scorso in questa località. 
 
“Non si può paralizzare tutto un gruppo di province per gli interessi di un settore. E neanche si può realizzare tanta violenza per difendere gente accusata dalle prove nell’incendio di un edificio pubblico e di varie case”, ha concluso Ferreira. 
 
Ig/car 

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