Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese, Mahmud Abbas, condannò inoltre la continuità della politica di costruzioni di insediamenti israeliani in territori palestinesi.
La visita dei membri del Knesset -sotto un forte dispositivo di sicurezza – è stata autorizzata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo che lui stesso sospese le visite nell’ottobre del 2015, in un’altra congiuntura politica.
La spianata delle moschee, secondo accordi internazionali, è sotto custodia della Giordania. Benché sia un luogo sacro per le tre religioni monoteistiche, attualmente la preghiera è permessa solo ai musulmani.
Conoscendosi la disposizione del primo ministro israeliano, ieri Rudeina assicurò che con questi atti le autorità di Tel Aviv stanno inviando un messaggio all’amministrazione statunitense sulla loro carenza di volontà per avanzare nell’interrotto processo di pace palestinese-israeliano.
Da un altro lato, il partito palestinese Al Fatah, diretto da Abbas, ha fatto un appello questo martedì alle nazioni arabe per ricordare “il loro dovere religioso e nazionale, come la loro responsabilità storica di proteggere Gerusalemme e la sua gente, e di preservare l’integrità della moschea Al Aqsa ed il suo status religioso e storico”.
La visita dei parlamentari israeliani alla spianata della moschea coincide con la presenza nella regione del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, che assicura lavorare per la pace durante la visita in questa zona.
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