In una conferenza stampa offerta questa sera, Janot dettagliò che tra gli audio consegnati giovedì scorso dall’imprenditore Joesley Batista, la cui delazione ha permesso la denuncia per corruzione passiva contro il presidente, Michel Temer, arrivò una registrazione di circa quattro ore fatta senza volere dagli stessi delatori e non menzionata prima.
Il dialogo tra Batista e Ricardo Saud, apparentemente registrato il 17 marzo scorso, contiene indizi di gravi crimini commessi nell’ambito della Procura Generale della Repubblica (PGR) e del STF che devono essere chiariti, oltre al riferimento all’intimità di alcune persone, segnalò.
Il titolare della PGR fu enfatico spiegando che, con indipendenza che davanti all’omissione di informazione da parte dei delatori deve essere sottomesso a revisione l’accordo sottoscritto con loro e la portata dei loro benefici, includendo la possibile rescissione, questo non invalida nessuna delle prove raccolte durante il processo.
In un commento pubblicato nel blog “Tijolaco”, il giornalista Fernando Brito segnalò che la dichiarazione pubblica di Janot aprì una grave crisi nella Procura Generale di Giustizia ed ha fatto notare che c’è qualcosa di marcio nel processo di “delazione premiata”, dove i poteri del Ministero Pubblico e del giudice sono assoluti.
“Ora, possono scrivere, incomincia un movimento per annullare tutta la delazione e le prove raccolte con questo procedimento, semplicemente perché i principali bersagli sono Michel Temer ed il senatore ed ex candidato presidenziale Aecio Neves. Con Lula, chiaro, vale tutto”, ha concluso.
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