Benché il governo di Sheikh Hasina aprisse le braccia ai rifugiati per questioni umanitarie, ha fatto notare che non ha capacità per offrire i servizi di base a queste persone.
Questa minoranza etnica che professa l’islam, cominciò il passato 25 agosto l’esodo in massa dopo nuovi scontri nello stato di Rakhine, nell’ovest di Myanmar, dove il Buddismo è la religione maggioritaria.
Più di una trentina di questa popolazione morirono soffocati negli ultimi giorni cercando di attraversare l’estuario del fiume Naaf, la frontiera naturale, a bordo di imbarcazioni precarie .
Nonostante, Dipayan Bhattacharyya, funzionario in Bangladesh del Programma Mondiale degli Alimenti (PMA), ha messo in allerta che la cifra totale di rifugiati potrebbe aumentare nelle prossime settimane ad oltre 300 mila.
Il PMA reclamò un aumento degli aiuti internazionali perché le sue riserve di alimenti si esaurirono davanti alla valanga di rifugiati.
La loro maggioranza sono stati inviati a tre nuovi accampamenti installati dall’Alto Delegato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur).
Questo martedì Acnur allertò che molti rohingya ha bisogno di cure mediche urgenti dopo soffrire privazioni e ferite dovuto alle marce forzate che si videro obbligati ad effettuare attraverso selve, fiumi e montagne.
La coordinazione è cruciale con le autorità per offrire assistenza a quelli che hanno bisogno di cure, sottolineò l’agenzia dell’ONU.
Il tema provocò una crisi diplomatica tra i due paesi dopo le accuse di Dacca.
Ieri il direttore generale della cancelleria del Bangladesh per il sud-est asiatico, Manjurul Karim Khan Chowdhury, convocò l’incaricato degli affari dell’ambasciata di Myanmar, Aung Myint, per abbordare il tema.
Secondo un comunicato del ministero di Relazioni Estere, durante l’appuntamento Chowdhury dimostrò la sua preoccupazione per articoli di stampa che denunciano la collocazione di mine antiuomo nella frontiera comune e l’aumento di violenza nello stato vicino.
Bangladesh sottolineò che non deve essere vittima dell’instabilità in Myanmar il cui governo invitò a cercare una soluzione al problema ed a proteggere i civili.
Il tema scatenò un nuovo confronto tra il governo e l’opposizione, diretta dal Partito Nazionalista del Bangladesh (BNP).
“A nome del BNP, annuncio la realizzazione di varie catene umane per protestare per la repressione contro i rohingya in Myanmar e per esigere alle autorità di Dacca che concedano loro rifugio”, sottolineò il segretario generale assistente di questa formazione, Ruhul Kabir Rizvi.
Roberto Castellanos, corrispondente di Prensa Latina in India