Il capo di Stato della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) affermò in una lettera al segretario generale dell’organismo mondiale, Antonio Guterres, che la dispersione di questi prigionieri nelle carceri marocchini costituisce “una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario”.
Difendendo il diritto dei reclusi, condannati per la morte di 11 militari occupanti in una protesta in novembre del 2010 nel territorio occupato di Gdeim Izik, Ghali reiterò che l’occupante marocchina non ha volontà di collaborare con gli sforzi internazionali per risolvere il conflitto in quel territorio.
Inoltre, il leader del Fronte Polisario ricordò che sono legalmente nulle le sentenze contro questi prigionieri, perché Marocco non ha giurisdizione sul Sahara Occidentale e qui la sua presenza costituisce un’occupazione militare, fatta nel 1975 dopo la ritirata della Spagna.
Ghali ha fatto un appello ad applicare il diritto internazionale per liberare i prigionieri politici di Gdeim Izik e tutti gli altri saharawi imprigionati in Marocco, e sollecitò la comunità internazionale ad assumere misure urgenti per mettere fine all’ostruzione di Rabat del processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale come ultima colonia in Africa.
Ghali alluse al riguardo alle promesse e risoluzioni dell’organismo sulla convocazione ad un referendum che faciliti il paese saharawi ad esercitare il suo diritto inalienabile all’autodeterminazione”.
Mediante questo trasferimento, lo stato marocchino disperde i prigionieri in vari carceri e continua la sua politica repressiva contro il gruppo di Gdeim Izik per spezzare la sua unità e quella dei suoi parenti, conclude la dichiarazione.
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