venerdì 26 Luglio 2024
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Bruno Rodriguez: gli USA non hanno nessuna morale per giudicare Cuba

Nazioni Unite, 22 set (Prensa Latina) Gli Stati Uniti non hanno la minima autorità morale per giudicare Cuba, affermò oggi il cancelliere dell'isola, Bruno Rodriguez, che denunciò che Washington viola sistematicamente i diritti umani. 

 
Nel suo discorso nel dibattito di alto livello dell’Assemblea Generale dell’ONU, il diplomatico segnalò che gli Stati Uniti usano la tortura, la detenzione e la privazione di libertà arbitrarie, come succede nella Base Navale di Guantanamo, continuamente si produce l’assassinio di afroamericani da parte di poliziotti e le loro truppe ammazzano civili. 
 
Inoltre, ricordò che negli Stati Uniti è molto diffusa la xenofobia, si reprimono gli immigranti e si manifesta una scarsa adesione agli strumenti internazionali in materia di diritti umani. 
 
D’accordo col cancelliere, in un mondo marcato dalle disuguaglianze, l’esistenza di 700 milioni di esseri umani in estrema povertà e di 758 milioni di adulti analfabeti, gli Stati Uniti contribuiscono col loro egoismo e mancanza di volontà politica a che l’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile non abbia mezzi di applicazione. 
 
Inoltre, Rodriguez illustrò l’assenza di morale per criticare gli altri con la decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi dall’Accordo Climatico di Parigi, a dispetto di dirigere il paese che è il principale emittente storico di gas ad effetto serra. 
 
“Nel 2016, per il terzo anno consecutivo, si batterono i record di aumento della temperatura media globale, fatto che conferma il cambiamento climatico come una minaccia alla sopravvivenza dell’umanità ed allo sviluppo sostenibile dei nostri popoli”, sottolineò. 
 
Inoltre, ha sottolineato che Washington si oppone tenacemente al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, adottato il 7 luglio ed aperto alla firma mercoledì, ignorando il pericolo che rappresentano quegli artefatti di sterminio umano per la pace e per il futuro della specie umana. 
 
A proposito della pace, si dispiacque che il governo della maggiore potenza bellica del pianeta annunciasse un presupposto militare di 700 mila milioni di dollari, in uno scenario globale in cui l’immensa maggioranza dei paesi reclama la soluzione pacifica delle differenze e la fine negoziata delle crisi. 
 
Ig/wmr

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