Nella cerimonia inaugurale dell’evento, il ministro delle Culture, Wilma Alanoca, invitò ieri sera tutti i boliviani, le organizzazioni sociali e culturali e la società civile dall’estero, a condividere gli incontri che si svilupperanno nel municipio di Vallegrande, dipartimento di Santa Cruz, da domani e fino a lunedì.
L’alta autorità ha diretto l’atto politico culturale, sviluppato nella sede della Vicepresidenza, per rendere omaggio al leader rivoluzionario ed ai suoi compagni della guerriglia di Ñancahuazú.
Nonostante i 50 anni trascorsi, il pensiero del Che è più vivo che mai e tocca la sensibilità piena di quelli che viviamo e sentiamo questo processo di cambiamento, affermò Alanoca riferendosi alla Rivoluzione Democratica Culturale della Bolivia, iniziata nel 2006.
Inoltre, sottolineò i valori umani che trasmise il Che alle nuove generazioni, il suo pensiero, la forma di lavorare a favore del prossimo, il compagno e l’amico, la lotta antimperialista e per la fratellanza e la liberazione dei popoli, come la ricerca della giustizia sociale in maniera instancabile.
In questo senso, l’ideologia del Che coincide con le politiche economiche e sociali spinte dal presidente boliviano, Evo Morales, precisò e ricordò che il processo di cambiamento sostiene un arduo combattimento per sradicare la discriminazione, la disuguaglianza e la povertà, non solo quella materiale, ma anche la mentale.
Esortò i boliviani a seguire l’esempio del leader rivoluzionario, un essere umano disciplinato, con una lealtà infrangibile, con la capacità di amare l’altro come sé stesso ed avere una coscienza incorruttibile.
Per i parenti del caduti parlò Roxana Vaca, figlia del guerrigliero Lorgio Vaca che ringraziò per il tributo fatto ai combattenti dell’epopea del Che ed ha insistito sulla necessità di difendere gli ideali per i quali hanno offerto le loro vite.
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