L’alto tribunale condannò il Ministero della Difesa, la Polizia Nazionale e l’Esercito Nazionale per l’omicidio di Josè Ignacio, Josè Francisco e Nidia Rey Gordillo, perpetrato da paramilitari nel dipartimento Meta, nel centro della Colombia.
“La Sala considera che la nazione, rappresentata dall’Esercito Nazionale e dalla Polizia Nazionale, aveva l’obbligo di proteggere i fratelli (…), dal momento che su di loro esisteva un rischio grave per appartenere ad una minoranza politica, l’Unione Patriottica”, indicò il verdetto.
Secondo la sentenza giudiziale, la nazione dovrà pagare una milionaria indennità alla famiglia delle vittime ed anche occuparsi del finanziamento di un articolo accademico nel quale si studi l’impatto dell’omissione del dovere di protezione dello stato nello sterminio dell’Unione Patriottica.
“La realizzazione, contenuto, portata ed esecuzione delle risorse saranno amministrati dal Centro Nazionale Storico. Detto articolo dovrà redigersi nel termine di un anno e dovrà essere riprodotto in una pubblicazione specializzata nell’ambito nazionale”, segnalò la sentenza.
Si ordinò anche alle istituzioni militari e della polizia di offrire le loro scuse pubbliche alla famiglia in una cerimonia ufficiale, come misura di riabilitazione per la perdita dei loro cari.
Il massacro del paramilitarismo colombiano, con la connivenza di membri della Sicurezza dello Stato, contro i militanti dell’Unione Patriottica, lasciò un saldo di circa cinque mila morti nelle decadi dagli anni 80, fino agli anni 90. Tra loro, due candidati presidenziali, otto congressisti, 70 consiglieri comunali ed 11 sindaci.
Tale sterminio è stato dichiarato nel 2014 dalla Procura Generale della Nazione un crimine di lesa umanità.
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