venerdì 26 Luglio 2024
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In Colombia, giustizia per la pace intrappolata al Senato

Nonostante l’appello dell'ONU ad accelerare l'approvazione della Giustizia Speciale di Pace (JEP), il Senato della Colombia continua dilatando la sua votazione per l'assenza di quorum per decidere. 

 
L’assenteismo ieri sabotò un’altra volta l’approvazione della legge che è considerata come il midollo degli accordi di pace firmati tra il governo e l’ex-guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo. 
 
Lo stupore di quelli che appoggiano la pace in Colombia si aggrava, tenendo in conto che il prossimo 30 novembre scade il fast track (via rapida implementata per legiferare le proposte sorte dalle negoziazioni a L’Avana). 
 
Davanti a quanto accaduto, il ministro dell’Interno e capo del portafoglio politico, Guillermo Rivera, ricordò che “il pallone della JEP è nel recinto del Congresso e la sua responsabilità è votare”. 
 
La sessione del Senato è stata aggiornata a questo giovedì, ma preoccupa la posizione assunta dal Partito Conservatore, che aveva accompagnato il processo di pace e che questa volta si pronunciò per modificare la partecipazione politica dell’ex-guerriglia ed altri aspetti dell’iniziativa o non partecipano alla votazione. 
 
“È un atto di estorsione quello che sta facendo il Partito Conservatore”, ha avvisato la senatrice dell’Alleanza Verde, Claudia Lopez. 
 
In franca opposizione alla JEP, il gruppo di Uribe, Partito Centro Democratico, ha presentato tra 150 e 170 proposte di modificazione del progetto legislativo, interpretato dal governo e dagli altri parlamentari come una chiara manovra per ostacolare e dilatare la votazione. 
 
“Questa è una tattica disonesta perché se qualcuno si vuole opporre ad una legge semplicemente la vota in maniera negativa, ma non simula di volerla migliorare”, ha detto il senatore Ivan Cepeda, del Polo Democratico. 
 
Il membro del Consiglio Politico Nazionale del FARC, Pablo Catatumbo, ha chiesto di non ostacolare le discussioni che cercano l’approvazione della JEP. 
 
“Sarebbe molto grave che il Congresso possa deludere il popolo e che non si approvi la JEP. Noi siamo convinti che sarà approvata, la pace va e la pace deve consolidarsi nel nostro paese”, affermò il dirigente del Partito Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune (FARC). 
 
Se il Senato sfida gli obblighi internazionali nei diritti umani, come gli ricordò l’ONU, e non vota la JEP, rimarrebbe solo una possibilità all’amministrazione di Juan Manuel Santos: dichiarare commozione interna, regolamentata nella Costituzione Politica. 
 
Tale norma darebbe la facoltà al governo della Colombia di agire per “congiurare cause di perturbazione ed ostacolare l’estensione dei loro effetti”, davanti ad un fatto grave di ordine pubblico “che attenti in maniera imminente contro la stabilità istituzionale, la sicurezza dello Stato, o la convivenza cittadina”.
 
Tania Peña, corrispondente di Prensa Latina in Colombia

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