venerdì 26 Luglio 2024
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Ex guerriglia colombiana respinge le decisioni del Congresso e della Corte

Bogotà, 16 nov (Prensa Latina) La direzione della FARC ha manifestato oggi un rifiuto energico contro le ultime decisioni del Senato e della Corte Costituzionale della Colombia in relazione con la Giustizia Speciale di Pace (JEP).

 

In una conferenza stampa in questa capitale, dirigenti del partito Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune (FARC) discussero soprattutto la modificazione promossa nel Congresso che inabilita come magistrati della pace i difensori dei diritti umani. 
 
Il dirigente del Consiglio Politico Nazionale del FARC, Ivan Marquez ha aggiunto che c’è un “flagrante inadempimento della legge di amnistia che ha ostacolato la messa in libertà di tutti gli ex guerriglieri, a dispetto di quanto accordato a L’Avana”. 
 
Sulla sentenza della Corte ha messo in chiaro che benché legittimi la JEP, esclude civili e gli agenti dello Stato con gravi responsabilità. 
 
“Ricordo alla Corte che l’accordo si è firmato per terminare il conflitto e l’impunità, e che il sistema di giustizia non può raggiungere esclusivamente una delle due parti, ma tutti i protagonisti, con uniforme o no”, ha affermato. 
 
In senso concreto, ha detto, stanno lasciando la JEP come una giustizia concepita esclusivamente contro le FARC. 
 
“Che si rispetti il contenuto di quanto accordato a L’Avana”, ha reclamato Marquez. 
 
In quanto a quello che è accaduto nel Congresso sul menzionato tribunale di pace, ha detto che si sta destreggiando un discorso ipocrita rispetto alle vittime ed ha aggiunto che risulta incredibile che “nessun difensore dei DDHH possa fare parte della JEP come magistrato”. 
 
Anche il dirigente del FARC Carlos Antonio Lozada ha denunciato, nella conferenza stampa, quello che qualificò come “una combinazione dell’inadempimento totale dei compromessi concordati dallo Stato”. 
 
Pablo Catatumbo, un altro membro del Consiglio Politico Nazionale del FARC, annunciò che davanti a quanto successo accorreranno ad istanze internazionali affinché “si compia l’accordo di pace”. 
 
“Come stanno le cose, questo processo di pace può essere salvato solo dalla manifestazione del popolo sulle strade”, hanno concluso gli ex guerriglieri. 
 
Ig/tpa

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