Nessuno restituirà i figli, od i nipoti od i fratelli, ma almeno è stato un sollievo per molti dei quali hanno dovuto aspettare anni per ascoltare che i responsabili delle atrocità successe nella Scuola di Meccanica dell’Armata, il maggiore centro clandestino di torture durante l’ultima dittatura militare (1976-1983), pagheranno per i loro crimini.
Nella causa che si è fondata su prove ottenute dopo più di cinque anni di profonda investigazione, sono stati giudicati, tra gli altri, il repressore ritirato della Marina Alfredo Astiz e l’ex capo dei compiti del Gruppo di Intelligenza 3.3.2. Jorge Eduardo Acosta, condannati all’ergastolo.
Astiz, capitano dell’Armata, che è stato infiltrato nei gruppi dei diritti umani che lottavano contro la repressione, starà dietro le sbarre per i delitti di sequestro, torture, privazione illegittima della libertà, omicidio e sottrazione ed occultamento di identità di minorenni.
Hanno ricevuto la stessa pena Mario Arru, ex pilota accusato di partecipare nei “voli della morte” e l’ex prefetto Jorge Antonio Azic, sequestratore della nipote recuperata Victoria Donda, attuale deputata nazionale.
Ascoltando la condanna di Astiz, conosciuto come Angelo Biondo o Angelo della Morte, l’applauso e la pace sono tornate nei cuori delle madri e delle nonne di Piazza di Maggio e delle vittime che si trovavano fuori dai tribunali.
Gli attivisti avevano striscioni nei quali si leggeva “sono 30 mila”, in riferimento alla quantità di detenuti-desaparecidos durante la dittatura.
Ig/may