venerdì 26 Luglio 2024
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Dopo una lunga attesa, una storica sentenza in Argentina nella causa ESMA

Buenos Aires, 1º dic (Prensa Latina) Nei dintorni dei tribunali di Commodoro Py un centinaio di argentini hanno osservato l’altro ieri da un grande schermo quello che succedeva dentro, quando sono state dettate le sentenze di 54 repressori nella causa ESMA. 

 
Nessuno restituirà i figli, od i nipoti od i fratelli, ma almeno è stato un sollievo per molti dei quali hanno dovuto aspettare anni per ascoltare che i responsabili delle atrocità successe nella Scuola di Meccanica dell’Armata, il maggiore centro clandestino di torture durante l’ultima dittatura militare (1976-1983), pagheranno per i loro crimini. 
 
Nella causa che si è fondata su prove ottenute dopo più di cinque anni di profonda investigazione, sono stati giudicati, tra gli altri, il repressore ritirato della Marina Alfredo Astiz e l’ex capo dei compiti del Gruppo di Intelligenza 3.3.2. Jorge Eduardo Acosta, condannati all’ergastolo. 
 
Astiz, capitano dell’Armata, che è stato infiltrato nei gruppi dei diritti umani che lottavano contro la repressione, starà dietro le sbarre per i delitti di sequestro, torture, privazione illegittima della libertà, omicidio e sottrazione ed occultamento di identità di minorenni. 
 
Hanno ricevuto la stessa pena Mario Arru, ex pilota accusato di partecipare   nei “voli della morte” e l’ex prefetto Jorge Antonio Azic, sequestratore  della nipote recuperata Victoria Donda, attuale deputata nazionale. 
 
Ascoltando la condanna di Astiz, conosciuto come Angelo Biondo o Angelo della Morte, l’applauso e la pace sono tornate nei cuori delle madri e delle nonne di Piazza di Maggio e delle vittime che si trovavano fuori dai tribunali. 
 
Gli attivisti avevano striscioni nei quali si leggeva “sono 30 mila”, in riferimento alla quantità di detenuti-desaparecidos durante la dittatura. 
 
Ig/may

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