Alla disobbedienza civile dallo scorso mercoledì e che ha lasciato una decina di morti ed un numero imprecisato di feriti, si sono aggiunti ieri gli agenti della forza speciale Cobra, Tigres e Antisommossa della Polizia per dichiararsi in sciopero, fatto che consiste nell’andare al lavoro e non fare nulla.
“Non siamo macchine o robot e non ci esporremo ad essere uccisi sulle strade ed a reprimere il popolo”, ha detto uno degli agenti insubordinati ai giornalisti.
I poliziotti sostengono che anche loro fanno parte del popolo ed hanno famiglia e quindi non possono uccidersi a vicenda.
Nel frattempo, il candidato presidenziale dell’Alleanza, Salvador Nasralla ha ribadito che la volontà popolare espressa nelle urne in suo favore si combatterà sulle strade ed ha esortato il presidente e candidato per la rielezione, Juan Orlando Hernandez, ad abbandonare il paese.
Nasralla ha denunciato che il mandatario ha orchestrato un golpe elettorale in complicità con il Tribunale Supremo Elettorale (TSE), che sebbene vorrebbe Orlando Hernandez come vincitore con un vantaggio di circa un punto sul suo avversario, non l’ha ancora reso ufficialmente.
“C’è una truffa montata e dobbiamo lottare per superarla. Non ci lasceremo rubare le elezioni”, ha affermato il coordinatore dell’Alleanza ed ex presidente, Manuel Zelaya, in un incontro con i giornalisti in cui ha presentato grafici e verbali che espongono le irregolarità presentate nelle elezioni.
Suddetti verbali, a quanto pare, sono stati manipolati dal TSE a favore di Orlando Hernandez per sconfiggere Nasralla, che inizialmente – con il 60% dei voti scrutati – ha ottenuto un vantaggio di cinque punti. Ciò ha messo in discussione la credibilità del Tribunale all’interno del paese ed all’estero, mentre gli honduregni si sono mobilitati in massa per difendere quella che considerano la vittoria del candidato oppositore, nonostante persista il decreto di un coprifuoco nel paese da sabato scorso .
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