In una conferenza stampa, Gomez sottolineò il lavoro dei differenti enti che integrano il gruppo, che hanno come priorità difendere il diritto all’indipendenza del popolo della Maggiore delle Antille.
Senza pensarlo abbiamo costituito un fronte unico che si assomiglia, e la pratica lo dimostrò, al Partito Rivoluzionario Cubano creato dall’Eroe Nazionale di Cuba, Josè Martì, ha spiegato Gomez.
È necessario -ha risaltato – avere molta prodezza, convinzione e posizione ideologica per lavorare per l’isola dagli Stati Uniti convivendo con vicini terroristici che inoltre, sono protetti dallo stesso governo.
Manteniamo le nostre linee di lavoro, come lottare per la fine del bloqueo, economico, commerciale e finanziario imposto da Washington da più di mezzo secolo e per il diritto di viaggiare liberamente a Cuba, ha detto Gomez.
Ha ricordato con che intensità si lavorò per il ritorno dei Cinque antiterroristi cubani carcerati da più di una decade nelle prigioni nordamericani.
Renè Gonzalez, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez, Antonio Guerrero, e Gerardo Hernandez monitoravano i gruppi di estrema destra radicati nel territorio della Florida, che si dedicano a programmare atti di terrorismo contro l’isola antillana.
Gomez ha messo in allerta che alla Casa Bianca non interessa il popolo di Cuba, perché loro non rinunceranno alla loro essenza imperiale.
Siamo la sinistra organizzata dell’emigrazione nel paese settentrionale, siamo eredi del radicalismo cubano esistente negli Stati Uniti dal XIX secolo e siamo orgogliosi di tutto ciò, ha sottolineato Gomez.
Max Lesnik, giornalista e politico cubano radicato negli Stati Uniti dal 1961, ha puntualizzato che non è necessaria un’uniformità ideologica affinché gli emigrati pensino alla loro patria.
Inoltre, ha enfatizzato che l’unica strategia per l’anno prossimo è simile al lavoro sviluppato nei 40 anni di esistenza della Brigata Antonio Maceo, cioè pensare e vivere per Cuba.
Ig/joe