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USA: scandali, minacce e presagi per l’Anno Nuovo

I primi giorni del 2018 sembrano essere un anticipo di quello che sarà il secondo anno di mandato del presidente Donald Trump: uno scandalo dietro l’altro, dovuto alle sue incessanti dichiarazioni, a volte considerate incendiarie. 

 
Il clima politico si è agitato a Washington dopo le recenti affermazioni dell’ex stratega della Casa Bianca ed ex capo della campagna repubblicana nel 2016, Steve Bannon, che appaiono nel libro Fire and Fury: Inside the Trump White House. 
 
Questo testo, scritto dal giornalista Michael Wolff, si pubblicherà il prossimo martedì, e già è al primo posto tra i più ricercati per i compratori, nonostante le gestioni dell’ultimo momento, che secondo The Washington Post, stanno realizzando gli avvocati del mandatario affinché il libro alla fine non arrivi ai lettori. 
 
Promuovendo questa opera nella sua pagina digitale come il best seller numero uno del momento, la compagnia Amazon di commercio elettronico riferisce che si tratta di un avvicinamento ai primi nove mesi di Trump al potere, mesi che definisce tormentosi, scandalosi, ed assolutamente ipnotizzanti. 
 
L’annuncio aggiunge che anteriormente un presidente non aveva mai diviso tanto il popolo statunitense e sottolinea che Wolff nel suo libro ci dimostra perché il mandatario si è trasformato nel re della discordia e della disunione. 
 
Secondo articoli pubblicati negli Stati Uniti e nel Regno Unito, nell’opera appaiono gravi accuse di Bannon contro Donald Trump junior, figlio del mandatario, e Jared Kushner, suo genero, nelle quali taccia di tradimento e di un atto antipatriottico l’incontro che si suppone hanno organizzato con funzionari russi nel 2016. 
 
La risposta di Trump non si è fatta aspettare: ha detto che l’ex assistente non ha niente a che vedere con lui e quando fu licenziato, “non solo ha perso il suo impiego ma anche la sua mente”, dopo essere stato molto tempo nella Casa Bianca filtrando informazioni false per sembrare più importante di quello che realmente era. 
 
Questo confronto si è sommato al disordine che ha provocato martedì il twitter del mandatario nel quale ha affermato che il bottone per il lancio dei missili nucleari nel suo ufficio è molto più poderoso di quello che dice di possedere il leader della Repubblica Popolare Democratica della Corea, Kim Jong Un. 
 
Il dirigente nordcoreano ha assicurato il 1º gennaio che, nel suo caso, detto dispositivo è sempre sul suo tavolo di lavoro. 
 
Al rispetto, il congressista democratico Jim Himes ha segnalato che le parole di Trump sono una dimostrazione di debolezza, non di forza, e le ha paragonate con quelle di un bambino delle scuole elementari in un parco di divertimenti. 
 
Frattanto, un articolo dell’agenzia Associated Press (AP) ha distrutto ieri il mito del bottone presidenziale affermando che in realtà il capo della Casa Bianca non ha un bottone nucleare a sua disposizione, perché l’uso dell’arma atomica è preceduto da un gruppo di gestioni complesse. 
 
È un processo segreto che dipende da un gruppo rotativo di ufficiali delle forze armate in prima istanza che accompagna costantemente il mandatario, ha sottolineato AP. 
 
In mezzo a questa successione di scandali, il portale Politico ha rivelato oggi che vari congressisti preoccupati per la salute mentale di Trump, hanno invitato la dottoressa Bandy X. Lee, insegnante di psichiatria dell’Università di Yale, a parlare con loro sul tema il mese scorso. 
 
Più di una dozzina di legislatori, tutti democratici, eccetto un senatore repubblicano non concorde, sostennero riunioni private con Lee i giorni 5 e 6 dicembre, nel Campidoglio, nelle quali hanno dibattuto sul comportamento del Presidente. 
 
L’insegnante ha sottolineato ai congressisti che Trump peggiora e diventerà incontenibile con le pressioni della presidenza, perché utilizza teorie cospirative, nega cose che ha ammesso prima ed ha argomentato che il suo uso smisurato della rete sociale Twitter è un indizio che sta affondando sotto lo stress. 
 
Lee ha dichiarato che il livello di preoccupazione dei legislatori sul pericolo che rappresenta Trump è risultato molto alto, soprattutto dopo le sue più recenti minacce di utilizzare il “bottone nucleare” contro la RPDC. 
 
La dottoressa ed altri due professionisti della psichiatria hanno pubblicato una dichiarazione dopo questo commento di Trump, nel quale hanno affermato essere profondamente preoccupati per le “aberrazioni psicologiche” del governante. 
 
Questi ed altri temi spuntano già come presagi di possibili conflitti, tanto nel piano domestico come nel campo internazionale, ed in un certo modo danno la ragione al senatore repubblicano Lindsey Graham che ha predetto domenica nel programma Face the Nation della catena CBS News che il 2018 sarebbe stato un anno di “pericoli estremi”. 
 
Roberto Garcia Hernandez, giornalista della redazione Nord di Prensa Latina 

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