Un comunicato del Mindef informa che l’azione è accaduta nella notte del passato sabato, ma nessuno è stato ferito e neanche si sono provocati danni materiali alle citate installazioni russe.
La nota ufficiale indica che i mezzi di lotta radio-elettronica hanno identificato ad una distanza abbastanza prudenziale il volo di 10 droni in direzione di Jmeimim e tre verso Tartus.
Del totale degli artefatti aerei, si è ottenuto il controllo di sei in pieno volo, di questi tre sono stati atterrati in forma diretta ed altri tre sono esplosi cadendo al suolo.
I sette droni restanti sono stati distrutti dal complesso di fuoco antiaereo Panzir-S, i cui equipaggi mantengono una vigilanza di 24 ore, segnalò il ministero citato .
Benché il presidente Vladimir Putin abbia annunciato il passato 11 dicembre la ritirata della maggioranza del contingente militare russo dalla Siria, ha sottolineato che lì rimarrebbero le basi di Jmeimim e Tartus, le cui funzioni sono stabilite da un accordo di Mosca con Damasco.
Putin ha segnalato in un altro intervento posteriore che si sono distrutte le forze meglio preparate e di maggiore capacità combattiva del movimento terroristico Isis, ma questo non significa l’eliminazione dei focolai di resistenza.
Oltre all’Isis, in Siria agiscono circa 500 gruppi armati, la metà dei quali si e’ rifiutata di rispettare il regime di cessate il fuoco del 30 dicembre 2016 in tutto il territorio siriano.
Negli ultimi giorni, le installazioni militari russe in Siria hanno registrato vari incidenti.
Per prima cosa è stato abbattuto un elicottero da combattimento Mil Mi-24 per difetto tecnico, a circa 15 chilometri da un aerodromo della provincia siriana di Hama. Nel disastro sono morti due piloti ed è risultato ferito l’ingegnere di volo.
In seguito, il Mindef ha riportato la morte di due militari, dopo un attacco massiccio con mortai, installati in camioncini, contro la base di Jmeimim, il 31 dicembre scorso.
Ig/to