In una conferenza stampa dalla sede del Ministero di Relazioni Estere e Mobilità Umana, la titolare ha messo in chiaro che la protezione internazionale concessa all’attivista australiano è pienamente compatibile con la Costituzione, le leggi ed i trattati e gli strumenti internazionali sui diritti umani.
Come ha precisato, il sollecito è stato fatto al Ministero dallo stesso Assange, il 16 settembre 2017, dopo 5 anni e mezzo di protezione sotto la giurisdizione dell’Ecuador a Londra, e gli è stata concessa il 12 dicembre scorso.
Ha sottolineato inoltre che il fondatore di WikiLeaks ha ottenuto protezione in agosto del 2012 e nel 2015 quando il gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie ha chiesto il riconoscimento dell’asilo politico e la liberazione immediata dell’informatico, responsabile della divulgazione di migliaia di documenti su atti illeciti, fondamentalmente commessi dall’amministrazione di Washington.
Sul tema, che ha considerato delicato, ha fatto notare che il governo nazionale esplora varie alternative per rendere possibile la cooperazione internazionale nella ricerca di una soluzione al caso.
Un’altra alternativa esplorata è stata una designazione speciale per Assange, come agente diplomatico, considerata nella Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, ma è stata rifiutata dal Regno Unito.
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