mercoledì 4 Dicembre 2024
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Russia-Iran: un dialogo necessario

In mezzo all’ingerenza degli Stati Uniti nei temi dell'Iran, la visita del ministro di Relazioni Estere di questo Stato persiano, Mohammad Javad Zarif, a Mosca sembra un’occasione propizia per un dialogo molto opportuno. 

 
Zarif si è riunito col suo collega russo, Serguei Lavrov, che ha confermato la contribuzione di Teheran alla stabilità nella regione del Medio Oriente ed al mantenimento del regime di non proliferazione nucleare in questa zona. 
 
Tutto il contrario invece pensa la Casa Bianca che ha sbagliato portando al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il tema delle proteste contro il Governo, quando nelle città iraniane migliaia di persone dimostravano già il loro appoggio al governo della nazione. 
 
Il tentativo tardivo di Washington di internazionalizzare il tema della presunta instabilità interna in Iran, le cui autorità investigano l’ingerenza straniera che le ha provocate, dimostra una volta di più il carattere subdolo della campagna contro Teheran che adesso ha cominciato il paese settentrionale. 
 
Per il presidente Donald Trump, l’accordo globale per una soluzione politica alla controversia intorno al programma nucleare iraniano è stato un errore e per ciò fa tutto ciò che sia possibile per “dimostrarlo”. 
 
La stampa russa si fece eco di fonti che si riferiscono alla preparazione per gli Stati Uniti di un nuovo pacchetto di sanzioni contro il popolo persiano, sotto il fragile argomento di una repressione politica dell’opposizione interna iraniana. 
 
Russia ha da sempre fatto un appello per evitare l’ingerenza estera nei temi dell’Iran e l’incontro di Lavrov e Zarif in questa urbe sembra confermare questa posizione. 
 
Ma un tema importante per Mosca e Teheran consiste nella preparazione di un Congresso di Dialogo Nazionale, che risulti positivo, nella città russa meridionale di Sochi, con l’auspicio, inoltre, di Ankara. 
 
Lavrov considera che la realizzazione del citato congresso, dove non si richiederà nessuna esigenza per la partecipazione di tutte le parti siriane, creerebbe le condizioni che permetterebbero di ottenere un avanzamento significativo nelle conversazioni su Siria a Ginevra. 
 
La fine della guerra in Siria è quello che meno potrebbe desiderare in questi momenti Washington che, come denuncia lo stato maggiore russo, crea degli altri gruppi armati per giustificare la sua presenza nel paese del Medio Oriente, sotto il pretesto dell’antiterrorismo. 
 
Mezzi di stampa locali considerano che l’instabilità in Siria ha permesso una triade di Russia, Turchia ed Iran che non è conveniente per i piani degli Stati Uniti nel Medio Oriente, loro che soprattutto stanno facendo di tutto per ridurre l’influenza iraniana. 
 
Antonio Rondon Garcia, corrispondente in Russia di Prensa Latina 

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