venerdì 26 Luglio 2024
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Il tema migratorio nell’agenda della campagna elettorale in Italia

Al margine di altre proposte con o senza molto fondamento, il flusso migratorio si profila oggi come uno dei temi principali nella campagna verso i suffragi legislativi italiani del prossimo 4 marzo. 

 
In un incidente sul quale si discute ancora, il candidato della destra al governo della regione Lombardia, Atilio Fontana, ha scatenato un’accesa polemica quando in dichiarazioni a Radio Padania ha affermato che “quello che sta in gioco è il futuro della nostro razza bianca”. 
 
Fontana, ex sindaco della città di Varese, è membro della Lega Nord, una dei quattro raggruppamenti della coalizione di destra integrata inoltre da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia, tutte con posizioni molto critiche di fronte alla politica migratoria seguita dall’attuale governo del Partito Democratico. 
 
Benché l’aspirante alla presidenza del governo della regione più importante del paese abbia tentato di emendare l’errore spiegando che è stato solo un momento di disattenzione, la cosa certa è che lo svolazzo suscitato dal suo pronunciamento, con reazioni a favore e contrarie, ha riflesso l’ipersensibilità su questo fenomeno. 
 
Secondo il candidato, accettare tutti gli immigranti significherebbe l’estinzione dell’Italia come realtà sociale ed etnica, perché “loro sono molti più di noi, più determinati ad occupare questo territorio” e pertanto la questione è decidere “se la nostra etnia, la nostra razza bianca, deve continuare ad esistere o se deve scomparire”. 
 
Per aiutarlo, è accorso il segretario del suo partito, Matteo Salvini, che ha ricordato l’avvertenza della giornalista scomparsa Oriana Fallaci, sulla supposta colonizzazione dell’Europa da parte della migrazione araba ed ha assicurato che “stiamo essendo attaccati, sono in pericolo la nostra cultura, la nostra società, le nostre tradizioni ed il nostro modo di vita”. 
 
Il colore della pelle -ha detto – non importa, perché esiste un pericolo più reale: secoli di storia che corrono il rischio di sparire se riscuote forza l’onda sottovalutata fino ad ora dell’islamizzazione. 
 
In un senso simile si sono pronunciati degli altri esponenti delle organizzazioni incorporate alla coalizione di destra, e la sua principale figura, l’ex primo ministro Silvio Berlusconi, è andato più in là vincolando l’insicurezza con l’immigrazione, infatti ha fatto riferimento alla supposta esistenza nel paese di 466 mila immigranti che “per mangiare devono rubare”. 
 
In un’intervista concessa ad un programma televisivo domenicale, l’ottuagenario dirigente politico ha aggiunto che secondo i carabinieri, la prima cosa che saccheggiano i ladri quando rubano in un appartamento è il frigorifero e spera, se verrà eletto, di concludere degli accordi con i paesi costieri europei per rimpatriare gli emigranti arrivati per mare. 
 
Come era da aspettarsi, il delirio di Fontana è stato duramente criticato dai rappresentanti di una buona parte del resto delle forze politiche italiane, specialmente del governante Partito Democratico (PD), il cui candidato a governatore della Lombardia, Giorgio Gori, ha qualificato le espressioni del suo concorrente come un atto di “isterismo e demagogia”. 
 
Per il vicesegretario del PD ed attuale ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, Fontana ha dimostrato di non essere all’altezza delle esigenze dell’incarico a cui aspira ed ha puntualizzato che si tratta di una situazione “triste e pericolosa”. 
 
Il capo del gruppo del PD nella Camera dei Deputati, Ettore Rosato ha considerato la dichiarazione “una vergogna razzista” ed ha messo in allerta che il candidato rappresenta la presunta “destro moderata” che pretende governare il paese, quando il 4 marzo prossimo si realizzino le elezioni per il governo della Lombardia ed il parlamento nazionale. 
 
Da parte sua, l’ex primo ministro e leader del PD, Matteo Renzi, ha respinto l’accusa di Berlusconi di essere lui ed il suo partito i responsabili dell’emergenza migratoria per avere accettato il Trattato di Dublino, quando in realtà quell’accordo “equivocatissimo” è stato firmato nel 2003, proprio sotto il governo Berlusconi. 
 
Secondo gli analisti, ciò che ha detto Fontana, o Salvini, o Berlusconi od altri rappresentanti della coalizione di destra che l’appoggiano, riflette non solo una posizione ideologica di vecchie radici storiche in un settore di questo paese, ma anche una strategia elettorale. 
 
Il tema migratorio costituisce una preoccupazione per una buona parte dell’elettorato, ed è per questo che insistere sul fatto di condannarlo come fa la destra, può significare tra il 25% ed il 30% dei voti, come hanno assicurato al quotidiano Il Messaggero dirigenti degli istituti di ricerca per sondaggi Swg, Ipr e Tecnè. 
 
Da tutto ciò deriva l’efficacia della frase “pensare prima agli italiani”, come risorsa chiave per svegliare o esacerbare le emozioni, più che le coscienze, in questo segmento degli elettori. 

Frank Gonzalez, corrispondente di Prensa Latina in Italia

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