Qualunque sia il risultato (del giudizio in seconda istanza a cui sarà sottomesso domani) “continuerò lottando affinché le persone abbiano rispetto e dignità”, ha affermato l’ex dignitario davanti a decine di migliaia di cittadini congregati nell’Angolo Democratico della capitale dello Stato di Rio Grande del Sud.
Il Tribunale Regionale Federale della Quarta Regione (TRF4), con sede in Porto Alegre, giudicherà questo mercoledì l’appello presentato dalla difesa di Lula contro la condanna a nove anni e mezzo di carcere dettata in luglio dell’anno scorso dal giudice Sergio Moro, per i presunti delitti di corruzione passiva e riciclaggio di denaro sporco.
Nel suo discorso di oggi, il fondatore del Partito dei Lavoratori (PT) assicurò di avere “avvocati competenti che hanno già provato la mia innocenza” ed ha insistito di sentirsi calmo per avere “la tranquillità dell’innocente”.
Lula ha ricordato i risultati dei governi del PT ed ha manifestato il suo dissenso con la politica sottomessa del governo sorto dal golpe di Stato contro la presidentessa costituzionale Dilma Rousseff, che insulta Bolivia, ma si trasforma in un dolce gatto quando dialoga con gli Stati Uniti.
Ha denunciato inoltre che stanno vendendo una stabilità economica che non esiste, perché questa dipende da un presupposto basilare: la credibilità del governo, della quale non è accompagnato Michel Temer.
“Io non ho bisogno del mercato, ho bisogno di aziende produttive, di un’agricoltura familiare solida e di che il popolo partecipi, affinché possiamo recuperare questo paese”, ha concluso.
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