martedì 3 Dicembre 2024
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Dettagli sul Premio UNESCO-UNAM Jaime Torres Bodet 2017

In uno scenario di conflitto, mentre in alcuni paesi della Nostra America cercano di distruggere il patrimonio culturale, l’arte, la storia, l’identità, il Premio Unesco-UNAM Jaime Torres Bodet 2017 in Scienze Sociali, Umanità e Arti consegnato alla Casa de las Americas di Cuba è uno scintillio che illumina le strade della resistenza contro i tentativi del ritorno del colonialismo.

Il premio è stato consegnato nella sede della Casa de las Americas dalla Direttrice dell’Ufficio dell’UNESCO in Messico, Nuria Sanz, in nome della Direttrice Generale di questo organismo, Audrey Azulay.

Tramite un intervento in video, Nada Al-Nashif, Vice Direttrice Generale di Scienze Umane e Sociali dell’UNESCO, ha sostenuto che dalla sua fondazione, che risale a 60 anni fa, la Casa de las Americas è una delle istituzioni culturali più riconosciute e famose in America Latina e nei Caraibi ed ha sottolineato il ruolo cruciale “come spazio intellettuale e culturale per innumerevoli creatori e pensatori di questa regione”, indica un articolo della stessa istituzione premiata.

Però è stato fondamentale ricordare che con questo premio si raffermavano le idee di Josè Martì, che ha chiamato “Cubano universale”, nei momenti in cui si celebra il suo 165º anniversario del natalizio, aggiungendo che “ci sentiamo molto onorati (per consegnare il premio), perché secondo Martì: “Onorare, onora”.

Nuria Sanz ha ringraziato per il lavoro della Casa de las Americas che, come l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), è un’istituzione che si fida dei paesi dove l’intellettualità “non rimane consacrata nelle aule, né nelle biblioteche, ma si forma tramite lo sforzo pubblico e soprattutto, si considera e si esprime come un bene pubblico”.

La Casa de las Americas “è stata uno strumento veramente importante per costruire nella Nostra America un senso d’identità, un senso di fratellanza, un senso di progresso. Questa consegna di un premio è un passo in più nella costruzione dei valori che ci danno un senso come società”, ha detto da parte sua Ruben Ruiz Guerra, Direttore del Centro di Ricerche sull’America Latina e sui Caraibi, in rappresentazione dell’UNAM.

Ha anche sottolineato che l’UNAM e l’UNESCO, unite da vincoli forti, lavorano costantemente per dare impulso all’educazione, alla scienza ed ad una cultura per la pace.

In questo modo, stava riconoscendo l’immenso lascito della Casa de las Americas per una cultura per la pace, simbolicamente tanto riscattata in un mondo in cui i suoni della guerra non riescono a spegnere la memoria dei popoli del mondo.

Dopo aver ringraziato per il premio a nome non solo dei lavoratori della Casa, “ma anche di tutti coloro che, in molti paesi, come solitamente proclamava l’indimenticabile Haydée Santamaria, rendono possibile che si mantenga l’affanno di compiere nel campo della cultura, il sogno di Bolivar, Martì e Fidel dell’integrazione della nostra Patria Grande”, il poeta Roberto Fernandez Retamar ha fatto riferimento a Jaime Torres Bodet, qualificato come un gran umanista, che ha avuto il privilegio di conoscere.

Bodet, il cui nome è il titolo di questo premio dell’UNESCO, è stato uno dei fondatori di questa istituzione e il suo Direttore Generale.

Fernando Retamar ha considerato come un immenso onore ricevere questo riconoscimento concesso da due organismi tanto importanti come l’UNESCO, “vero oasi di cultura, tolleranza e pace nel convulso mondo in cui viviamo”, e l’UNAM, con cui la Casa ha mantenuto stretti vincoli.

Ha ricordato che la medaglia Haydée Santamaria, creata come omaggio postumo alla riconosciuta fondatrice della Casa de las Americas, che consegna il Consiglio di Stato di Cuba su proposta di questa istituzione, è stata ricevuta da personalità famose.

La consegna del Premio Jaime Torres Bodet nella sede della Casa a Cuba ha creato un clima di forte emozione, come si è potuto avvertire in un video che ha immortalato questo momento storico. Dalla sua fondazione solo pochi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana, la Casa de las Americas ha dato voce a centinaia di scrittori, pubblicando i loro libri, invitandoli ad incontri e dibattiti chiave a livello regionale e mondiale. Ha ugualmente dato auspicio a musicisti, cantanti, artisti della plastica, al teatro latinoamericano ed a ricercatori e studiosi, fatto che è stato riconosciuto in tutto il mondo.

Ogni anno, anche nei momenti più difficili che ha vissuto Cuba, un piccolo e immenso paese, un’isola a solo 90 miglia dagli Stati Uniti, l’imperio che le ha imposto un bloqueo da più di mezzo secolo, con un vero stile medievale, la Casa de las Americhe consegna un premio, con il suo nome, che è non solo uno dei più antichi e prestigiosi della letteratura latinoamericana e caraibica, ciò che ha permesso a centinaia di scrittori essere riconosciuti, ma ha anche aiutato ad intrecciare una rete culturale intellettuale meravigliosa.

Il riconoscimento a Cuba è mondiale, perché ha potuto sopravvivere in una situazione di guerra permanente, attacchi terroristi degli Stati Uniti e dei suoi mercenari, ciò che non le ha impedito, essere capo fila dell’istruzione nella regione e nel mondo, mantenere un sistema di sanità gratuita per il suo popolo, tra gli altri successi incredibili, però inoltre in entrambe i casi  è stata sempre solidale con i popoli dell’America Latina e dei Caraibi. E molto più al di là di questi confini.

Questo Premio in questi momenti è simbolico e appare come uno sfavillio in questa avanzata imperiale di una nuova colonizzazione del secolo XXI, uno scintillio nel buio, che aiuta tutti nella Nostra America, che stiamo lottando contro i tentativi di retrocessione al secolo scorso.

In questi ultimi due anni, Argentina ha perso molti centri culturali popolari e sono quotidiani gli attacchi e le censure alla stampa, all’arte, alla cultura, al teatro, al cinema e la condanna sociale a tutto il popolo.

Ad esempio, in questi ultimi giorni il governo ha deciso di chiudere il Balletto Nazionale Popolare incaricato di portare in tutti i luoghi del nostro paese, la meraviglia della danza. Gli 80 integranti che simbolizzano anche la situazione di centinaia di disoccupati e perseguitati, hanno ballato per il pubblico per le strade di Buenos Aires, e quando hanno finito hanno messo un nastro che attraversava una via importante e hanno fatto ciondolare le loro scarpette da ballo. Impossibile non confrontare questo fatto, con lo  sguardo speranzoso di quanto accaduto nell’ultima settimana nella affettuosa e amata Cuba.  

Stella Calloni, collaboratrice di Prensa Latina

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