giovedì 14 Novembre 2024
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Conteggio regressivo per le elezioni in Venezuela disturba gli Stati Uniti

Il sistema elettorale del Venezuela ha iniziato un conteggio regressivo che disturba gli Stati Uniti, le cui autorità non smettono di criticare uno dei sistemi elettorale più controllato ed osservato del mondo. 

 
Sono già in funzione le gestioni delle autorità del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) con tutti gli attori che parteciperanno alle elezioni presidenziali del 22 aprile prossimo, tra loro partiti politici, partecipanti del Piano Repubblica, candidati e candidate, per mettere a punto il nuovo evento elettorale. 
 
Il vicepresidente dell’organismo elettorale, Sandra Oblitas, in dichiarazioni che ha trasmesso Venezuelana di Televisione dalla sede dell’ente in questa capitale, ha offerto un bilancio dell’avanzamento del programma elettorale. 
 
La funzionaria ha puntualizzato che le garanzie elettorali non si limitano ai più di 15 auditing che normalmente si realizzano al sistema elettorale venezuelano. 
 
“In questa opportunità, come abbiamo fatto anche in altri casi, stiamo lavorando per programmare riunioni con quelli che saranno congiuntamente candidati e candidate per questo processo elettorale con il Piano Repubblica, con le organizzazioni politiche, per conoscere quali sono le loro inquietudini e sollecito loro che si presentino sempre nei distinti eventi elettorali”, ha affermato. 
 
Mancano appena 77 giorni affinché i venezuelani accorrano alle urne con tutte le garanzie che offre un sistema che considerano trasparente e pulito perfino alcune persone, che non possono catalogarsi come amiche del “chavismo”, ad esempio l’ex presidente James Carter. 
 
Ma questo non è ciò che si considera a Washington, come ha detto recentemente Francisco Palmieri, sottosegretario di Stato assistente per i Temi dell’Emisfero Occidentale. 
 
Parafrasando il suo capo, Rex Tillerson, “semplicemente non possiamo permettere né rimanere passivi vedendo la distruzione totale della democrazia in Venezuela. Insieme ai nostri soci regionali, continuiamo ad esercitare pressione sul regime corrotto di Maduro per ristabilire l’ordine democratico”, ha detto. 
 
Per analisti e opinionisti eccedono i commenti, Washington riafferma il suo ruolo di giudice dei destini dell’America e tutti quei paesi, come Cuba e Venezuela, che non seguono i suoi ordini, saranno oggetto di attacchi, blocchi e minacce. 
 
Orbene, ha segnalato, in quanto alle elezioni in Venezuela, è molto chiaro quello che il Segretario ha detto durante il suo viaggio. Stiamo lavorando insieme ai paesi della regione per assicurare che le elezioni venezuelane siano libere, giuste e con verifica internazionale, ha segnalato il funzionario statunitense. 
 
“Deve esserci un’osservazione elettorale internazionale affinché si portino a termine elezioni di successo e legittime, e non accetteremo suffragi che non permettano la piena partecipazione di tutti gli attori politici in Venezuela. È evidente che il sentiero per il quale avanza il regime di Maduro avrà come risultato un’elezione illegittima”, ha precisato. 
 
I 24 suffragi celebrati in questo paese negli ultimi 18 anni hanno sempre contato su un accompagnamento internazionale, con auditing di voti ma, logicamente, non quello imposto da Washington. 
 
Secondo una fonte che ha chiesto l’anonimato, la Casa Bianca si lamenta, e ricercando nella storia della regione, bisogna ricordarsi che il Dipartimento di Stato nordamericano, per esempio, ha manipolato la sconfitta elettorale del sandinismo in Nicaragua quando hanno trionfato gli oppositori, Violeta Chamorro ed Arnoldo Aleman. In entrambi i casi, ha assicurato la fonte, l’attuale presidente, Daniel Ortega, ha vinto il voto nelle urne. 
 
Secondo Palmieri, “le elezioni in Honduras non sono state in assoluto quelle che saranno le elezioni in Venezuela, cosicché credo che la nostra politica è consistente. Le elezioni in Honduras sono state osservate da molte ed indipendenti missioni di osservazione”, ma tale affermazione non concorda col grido di frode che esprime questo popolo centroamericano. 
 
“Il governo venezuelano non permetterà che questo succeda. I verbali di votazione sono stati presentati in maniera trasparente in un sito di internet affinché tutti potessero vederli ed esaminarli. Invece, non c’è trasparenza nel processo elettorale venezuelano”: assolutamente, è tutto il contrario, come certificano osservatori di varie regioni del mondo. 
 
Mentre da Washington arriva questo messaggio, il conteggio regressivo continua ed il 22 aprile i venezuelani decideranno il loro futuro nelle urne.  

Luis Beaton, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela
 

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