Con l’accordo, che stabilisce che la milizia YPG non si opponga all’entrata dell’esercito siriano ad Afrin per difenderla dell’aggressore turca, terminano le negoziazioni tra le parti, che hanno durato vari giorni, hanno precisato le fonti.
D’altra parte, fonti militari hanno informato Prensa Latina che lo Stato siriano ha appoggiato militarmente le Unità di Protezione Popolare ed ha anche aiutato nel trasferimenti di combattenti dalla provincia di Hassakeh ad Afrin.
Secondo le fonti, l’aiuto proporzionato dallo Stato siriano ad Afrin è molto maggiore di quello che si annuncia ed i prossimi giorni riveleranno la grandezza di questo appoggio.
Mohei Il-Din, un attivista della zona di Afrin ha detto in una comunicazione telefonica con Prensa Latina che la popolazione civile aspetta l’entrata e lo spiegamento dell’esercito per proteggerli dall’invasione turca e dai suoi mercenari.
La YPG, da parte sua, ha confermato la distruzione di sette blindati militari turchi al fronte, nelle località di Yenederes.
L’invasione dell’esercito di Ankara contro Afrin e zone confinanti è cominciato lo scorso 20 gennaio e da quella data, come conseguenza del fuoco di artiglieria ed aereo, sono morti decine di civili siriani in quella zona, d’accordo con organizzazioni umanitarie.
Ankara cerca di giustificare i suoi attacchi ad Afrin sotto il pretesto che le milizie curde siriane delle YPG minacciano con la loro presenza la sicurezza confinante.
In mezzo a questa situazione esplosiva, in forma reiterata il governo siriano ha esatto a Turchia che cessino i loro attacchi contro il territorio di questo paese mediorientale, poiché gli stessi violano i principi di sovranità nazionale ed integrità territoriale.
D’altra parte, nelle ultime ore hanno celebrato le funzioni funebri di 21 tra combattenti e civili, che hanno perso la vita negli ultimi tre giorni come conseguenza dei bombardamenti turchi.
Secondo fonte mediche siriane, l’aggressione turca fino ad oggi ha lasciato un saldo di 170 morti e più di 500 feriti.
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