Il processo contro Manafort è parte dell’indagine condotta da Mueller su una presunta interferenza russa nelle elezioni del 2016 ed una supposta intesa con la squadra di Trump.
Inoltre, il 28 febbraio, Manafort ha affermato che non era colpevole delle imputazioni per un totale di 32, rese pubbliche da Mueller contro di lui ed il suo ex partner Richard Gates, anche lui membro della campagna del mandatario, il 23 febbraio.
Secondo i procuratori generali, attraverso conti bancari all’estero controllati da Manafort sono passati più di 75 milioni di dollari, e lui, con l’aiuto di Gates, ha riciclato più di 30 milioni in ricavi che ha nascosto dai dipartimenti del Tesoro e della Giustizia.
Entrambe le figure si erano già dichiarate non colpevoli nell’ottobre scorso da 12 imputazioni, tra cui quelle di cospirazione contro gli Stati Uniti, di riciclaggio di denaro e di non registrazione come agenti stranieri.
Gates ha accettato il 23 febbraio la sua colpevolezza delle accuse di cospirazione e di mentire agli investigatori, e si è impegnato a collaborare con l’inchiesta sui suffragi di due anni fa.
In risposta alla dichiarazione di Gates, l’ex capo della campagna ha manifestato che manterrà la difesa della sua innocenza.
In base a questa posizione, la giudice statunitense Amy Berman ha stabilito il 28 febbraio che il processo di Manafort inizierà il 17 settembre.
Le incriminazioni contro l’imputato non sono collegate alla campagna di Trump, ma al suo lavoro di lobbista per un partito politico ucraino prima di unirsi alla squadra del mandatario.
Ig/omr/dsa