venerdì 26 Luglio 2024
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Alba-TCP ha alzato la voce per Venezuela contro l’assalto imperiale

Il XV Vertice Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America-Trattato di Commercio dei Popoli (Alba-TCP) ha espresso il rifiuto di tutto il blocco alle azioni di ingerenza, alle sanzioni economiche ed alle minacce di aggressione militare contro Venezuela da parte degli assi imperiali di potere. 

 
Nella dichiarazione finale della riunione di alto livello, celebrata il 5 marzo scorso a Caracas, le nazioni integranti di questo organismo multilaterale hanno respinto l’esclusione del paese sud-americano e del suo presidente, Nicolas Maduro, dal VIII Vertice delle Americhe, previsto per il prossimo aprile nella capitale peruviana di Lima. 
 
I capi di Stato e di Governo presenti nel Palazzo di Miraflores (sede del governo), oltre alle altre autorità responsabili delle delegazioni partecipanti, hanno difeso il diritto del Venezuela ad assistere a questo appuntamento per costituire “un punto di incontro per i paesi del continente, dove tutti possano dibattere e raggiungere consensi con rispetto della diversità delle idee politiche”. 
 
Intervenendo nell’incontro, il presidente di Cuba, Raul Castro, ha affermato che l’Alba-TCP ha come compito strategico la difesa della nazione sud-americana, di fronte all’aggressione neoliberale, all’ingerenza contro la sovranità nazionale, ed i pericoli che queste azioni rappresentano contro la pace e la sicurezza della regione. 
 
Raul ha respinto i tentativi per smontare i progressi nell’integrazione regionale, come i metodi di guerra non convenzionale utilizzati da Washington dal 1999 -anno dell’arrivo al potere della Rivoluzione bolivariana – per inginocchiare Venezuela, “paese padrone di ricchezze bramate dagli assi imperiali”. 
 
Il capo di Stato ha criticato inoltre la decisione del governo di Donald Trump di rinnovare l’ordine esecutivo che dichiara la nazione sud-americana come “una minaccia inusuale e straordinaria contro la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti”. 
 
Ha denunciato le intenzioni dell’amministrazione Trump di riprendere la Dottrina Monroe, il più notorio strumento dell’interventismo dell’imperialismo statunitense nella regione latinoamericana. 
 
Le minacce contro la pace e la stabilità in Venezuela lo sono anche per l’America Latina, ha affermato il presidente di Cuba, che ha condannato le misure unilaterali e di ingerenza contro il processo bolivariano, che cercano di distruggere la pace ed il dialogo tra i venezuelani, e generano destabilizzazione e penurie al popolo di questo paese. 
 
Da parte sua, il mandatario della Bolivia, Evo Morales, ha esortato a continuare con la lotta per l’integrazione latinoamericana e caraibica -linea ereditata dai leader scomparsi Fidel Castro (Cuba) e Hugo Chavez (Venezuela) -, nonostante le “politiche di repressione” promosse dal governo degli Stati Uniti. 
 
Morales ha manifestato il suo disprezzo contro quei dignitari della regione che servono da strumento all’impero nordamericano, “che non vuole che esistano paesi sovrani, ma solo sottomessi”. 
 
Secondo l’esperienza della Bolivia, “da quando ci siamo liberati politicamente dal dominio dell’ambasciata statunitense o dal Dipartimento di Stato, ci sentiamo meglio, nel senso democratico e politico”, ha assicurato il capo di Stato. 
 
Ha inoltre esposto che i piani di intervento dell’amministrazione nordamericana contro Venezuela, oltre a tentare di distruggere il lavoro di Nicolas Maduro e della Rivoluzione bolivariana, cercano di impadronirsi delle grandi riserve energetiche di questa nazione. 
 
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha messo in allerta che la politica interventista degli Stati Uniti pretende seminare nuovamente la divisione nella regione, denunciando gli oltraggi di Washington e di altri governi latinoamericani, “che sono i primi -ha detto – a non accettare segnalazioni di violazioni ai diritti umani e politici”. 
 
In contrasto, Ortega ha enfatizzato che Venezuela cerca solo di promuovere l’integrazione dei popoli dell’America Latina, la cooperazione, il commercio equo, come contribuire all’incontro tra economie asimmetriche per combattere e sradicare la povertà. 
 
Chiudendo l’incontro, incorniciato nel programma commemorativo in omaggio al leader della Rivoluzione bolivariana, in occasione del quinto anniversario della sua scomparsa, il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha sottolineato l’importanza di fortificare il settore delle finanze nella regione e spingere un modello economico integratore, giusto e generatore di ricchezze. 
 
Maduro ha segnalato che il blocco di integrazione regionale ha accordato la realizzazione di una riunione per valutare la creazione di un piano economico diretto a spingere il sistema finanziario, e per questo ha proposto l’implementazione della criptomoneta, “il Petro” come strumento commerciale. L’organismo multilaterale ha affermato inoltre il suo disaccordo con la dichiarazione del denominato Gruppo di Lima, integrato da nazioni latinoamericane che appoggiano le azioni di ingerenza degli Stati Uniti contro Caracas, per rappresentare un’intromissione nei temi interni di un paese sovrano. 
 
Ha esortato la comunità internazionale ad astenersi da esercitare coercizione di qualunque tipo contro l’indipendenza politica e l’integrità territoriale del Venezuela, per considerare tali azioni incompatibili coi principi del diritto internazionale e col Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come zona di pace. 
 
Ha denunciato i tentativi di Washington di riprendere il meccanismo di dominazione regionale che rappresenta la Dottrina Monroe, come la minaccia militare e gli appelli ad un golpe di Stato contro il governo legittimo del Venezuela. 
 
Ha riconosciuto inoltre il diritto dei venezuelani a celebrare ed a partecipare al processo elettorale previsto per il 20 maggio. 
 
La dichiarazione finale del XV Vertice dell’Alba-TCP ha appoggiato l’appello della comunità internazionale per il sollevamento del bloqueo imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba, ha riaffermato i postulati del proclama dell’America Latina e dei Caraibi come zona di pace, ed ha confermato la necessità di avanzare nella costruzione di un nuovo ordine internazionale, giusto ed inclusivo. 
 
William Urquijo Pascual, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela

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