Nel documento adottato dall’organismo si esige a Washington di rispettare il diritto internazionale ed astenersi da eseguire misure unilaterali e coercitive contro il benessere collettivo del popolo venezuelano.
Il forum plenipotenziario ha confermato il suo appoggio alle azioni del Governo per consolidare lo sviluppo dell’attivo digitale come strumento diretto a spingere nuovi modelli di relazioni internazionali che garantiscano i principi di indipendenza, uguaglianza, solidarietà e cooperazione.
Inoltre, l’ANC ha stabilito l’apertura di un’investigazione diretta a decidere la responsabilità di diversi fattori politici del Venezuela che agiscono contro la sovranità nazionale, promuovendo l’adozione di sanzioni economiche e di un’altra indole.
Durante la sessione ordinaria dell’organo costituente, il deputato Mario Silva ha qualificato il Petro come la risposta di un popolo aggredito per potere effettuare scambi di valori ed acquisti senza l’intermediazione della banca mondiale.
Il presidente della Commissione di Economia Diversificata e Produttiva dell’ANC ha sottolineato la decisione del presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, di lanciare la criptomoneta come alternativa economica, di fronte alle sanzioni economiche e finanziatrici imposte dal mandatario statunitense, Donald Trump. Appoggiato dalle risorse energetiche del paese, il Petro ha come obbiettivo quello di rompere col monopolio del dollaro nell’ambito commerciale internazionale e vincere il blocco finanziario promosso dagli Stati Uniti e dai suoi alleati contro Caracas.
Fonti governative hanno indicato che il processo di prevendita della criptomoneta statale ha generato offerte per più di cinque mila milioni di dollari dal principio delle operazioni il 20 febbraio scorso.
Il capo della Casa Bianca ha firmato lunedì scorso un ordine esecutivo mediante il quale ha proibito ad aziende e persone naturali degli Stati Uniti di effettuare transazioni con qualsiasi moneta digitale emessa dal governo del Venezuela a partire dal 9 gennaio 2018.
Ig/wup