Secondo fonti mediche, il venticinquenne Ahmad Arafeh è stato ferito mortalmente al petto con proiettili da combattimento.
In questo modo il numero dei palestinesi morti ascende a 18, da quando le manifestazioni sono incominciate venerdì scorso per la Giornata della Terra Palestinese, e si deve aggiungere anche quella di un agricoltore, a causa di colpi da armi da fuoco dei soldati israeliani- nonostante non partecipasse alle proteste.
Domenica scorsa il Ministero della Salute di Gaza ha rivelato che tra venerdì e sabato 15 palestinesi sono stati uccisi (cifra che adesso è ascesa a 18) ed altri 1479 sono stati curati presso ospedali per varie ferite.
Secondo una dichiarazione rilasciata dal Ministero, del suddetto totale, 805 persone sono rimaste ferite da colpi di armi da fuoco con proiettili veri, 425 sono stati intossicati dai gas lacrimogeni, 154 sono stati colpiti da proiettili di gomma e 95 hanno subito ferite diverse.
Rapporti medici confermano che alcuni feriti sono stati colpiti con proiettili ad espansione o di frammentazione, il cui uso militare è vietato dalla maggioranza della comunità internazionale, dalla fine del XIX secolo.
La mobilitazione palestinese a Gaza, che include l’abrogazione dei campi estemporanei vicino al confine, continuerà fino al 15 maggio, quando si commemora la Nakba (catastrofe), cioè la data della creazione dello Stato di Israele e l’inizio dell’esodo forzato di circa 750.000 palestinesi dalle loro terre ancestrali.
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