La pena imposta a Lula (12 anni ed un mese di carcere) sfida la giurisprudenza dei Tribunali Superiori ed anche i precedenti dei Parlamenti Internazionali dei diritti umani, hanno sottolineato in un comunicato gli avvocati Cristiano Zanin e Valeska Martins.
Secondo gli avvocati, detta condanna si basa fondamentalmente sulla deposizione di un altro imputato, è stata decisa in un processo marcato per nullità grossolane, ed è inoltre incompatibile con la descrizione legale dei delitti attribuiti all’ex presidente dall’accusa (corruzione passiva e riciclaggio di denaro sporco).
La nota sottolinea che prenderanno “tutte le misure legalmente previste per evitare che l’anticipazione della pena imposta automaticamente per il Tribunale Regionale Federale della Quarta Regione (TRF-4) sia eseguita, perché contraria alla Costituzione Federale”.
La dichiarazione degli avvocati sottolinea anche che il rifiuto del Tribunale Supremo Tribunale Federale (STF) di concedere un habeas corpus preventivo a Lula “viola la dignità della persona umana ed altri garanzie fondamentali”.
In un comunicato pubblicato poco dopo, il Partito dei Lavoratori (PT) ha confermato che difenderà la candidatura presidenziale di Lula “direttamente sulle strade ed in tutte le istanze, fino alle ultime conseguenze”.
Non c’è giustizia in questa decisione. C’è una combinazione di interessi politici ed economici, contro il popolo e la sua sovranità, contro il processo democratico, contro il popolo brasiliano”, ha insistito il PT ed ha confermato che “Lula è innocente e ciò sarà confermato in un giudizio giusto”.
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