Nella lettera, datata nel Vaticano l’8 aprile, il sommo pontefice sollecita ai prelati la loro collaborazione ed assistenza per discernere le misure a brevi e lungo termine per ristabilire la comunione ecclesiale in Cile, riparare per quanto sia possibile lo scandalo e restituire la giustizia.
Inoltre, ha puntualizzato che pensa di convocarli a Roma per dialogare sui risultati dell’indagine effettuata da monsignore Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, e lo stimabile Jordi Bertomeu Farnos, ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, per sapere le loro conclusioni.
Ho pensato a questo incontro -ha osservato – come in un momento fraterno, senza pregiudizi né idee preconcette, con solo l’obiettivo di fare risplendere la verità nelle nostre vite.
Per quello che mi concerne, ha sottolineato, riconosco, e così voglio che lo trasmettano fedelmente, che sono incorso in gravi equivoci di valutazione e percezione della situazione, specialmente per mancanza di informazione verace ed equilibrata.
“D’ora in poi chiedo già perdono a tutti quelli che ho offeso e spero di potere farlo personalmente, nelle prossime settimane, nelle riunioni che avrò con i rappresentanti delle persone intervistate”, ha concluso Francesco.
Ig/fgg