venerdì 26 Luglio 2024
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Politica boliviana in tempo di reti sociali

Usare la tecnologia per fare politica non si tratta solo di far conoscere il proprio carisma e le doti di comunicatore in vista di arrivare al pubblico attraverso le reti sociali, ma anche di sapere che cosa scrivere nel momento corretto. 

 
Il presidente boliviano è uno dei governanti che sa i vantaggi dell’impiego delle reti sociali per fare politica. La strategia comunicativa, portata alla sua massima espressione dal leader bolivariano, Hugo Chavez, ha trovato in Evo Morales una via affidabile per comunicarsi col popolo. 
 
Cambiare lo spazio dei mezzi di comunicazione tradizionali con la piattaforma virtuale è diventato necessario davanti all’assalto informativo contro i processi progressisti nella regione, compresa Bolivia. 
 
Con l’arrivo al governo del leader indigeno nel 2006 è cominciata una trasformazione radicale nel paese, per questo che è diventato il bersaglio della guerra mediatica dei grandi centri di potere. 
 
In questo contesto, Morales ha implementato una strategia per posizionarsi nelle reti sociali come Twitter, Facebook ed Instagram. 
 
Dalla prima non solo divulga i progetti sociali, economici, culturali e politici del paese, ma anche offre i suoi punti di vista su fatti rilevanti della politica internazionale. 
 
Con l’account @evoespueblo, il presidente ha inaugurato il suo account nella rete di microblogging nel 2016. Fino ad oggi conta su 348 mila seguitori ed ha inviato 5416 twitter su diversi temi. 
 
Morales segue solo sei utenti: i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, e dell’Ecuador, Lenin Moreno; gli ex mandatari del Brasile, Dilma Rousseff; Argentina, Cristina Fernandez; Ecuador, Rafael Correa; ed il papa Francesco. 
 
Benché non sia tra i politici più seguiti secondo la chiamata Twiplomacy -termine riferito all’uso di Internet per ottenere obiettivi politici -, lo statista comprende che questo scambio virtuale è una tribuna davanti al potere mediatico. 
 
È quello che gli esperti denominano “democratizzazione della comunicazione”. Politici come Morales sanno che la partecipazione popolare nella costruzione di un processo come il boliviano risulta fondamentale per la solidità dello stesso. 
 
Benché arrivasse tardi a Facebook, ha aperto il suo profilo il 23 gennaio di questo anno, il mandatario boliviano ha registrato i 106969 Like e ha 114893 seguitori. 
 
Celebriamo che ogni volta più le sorelle e fratelli c’accompagnano in questo canale che è stato aperto per costruire, per condividere ed anche per difendere i diritti dei popoli del mondo, ha affermato in un messaggio su Facebook. 
 
A metà di marzo ha aperto il suo account in Instagram col profilo “evomoralesayma” ed il proposito di dimostrare al mondo immagini dello sviluppo raggiunto dalla Bolivia in differenti piani. 
 
“Fratelli internauti, continuiamo ad ampliare la nostra partecipazione nelle reti sociali, li invito a seguirmi in Instagram, dove condivideremo immagini della nostra cara Bolivia e gli aspetti della nostra gente”, ha scritto da Twitter. 
 
Lo spazio abilitato da Morales ha dimostrato come prime immagini vari paesaggi della nazione andino-amazzonica e quello denominato “banderazo” per la rivendicazione marittima. In appena un’ora da averlo inaugurato, il suo profilo aveva registrato già 369 seguitori. Nei primi 10 giorni la cifra ascendeva a 1758. 
 
Gli esperti in questi temi insistono sulla necessità di sapere usare questi spazi virtuali come vincolo diretto e permanente con la popolazione. Ciò permette, inoltre, conformare un’agenda di governo e stare al tanto degli appelli della cittadinanza e dei suoi criteri sui problemi. 
 
Il presidente attua un marketing politico serio con strategie di comunicazione progettate per avvicinare il governo al pubblico ed in questo modo usare le agevolazioni che offre questo tipo di piattaforme virtuali. 
 
Bolivia conosce bene le dinamiche di comunicazione moderne. Questo strumento utilizzato dalle principali autorità del paese sarà di vitale importanza per le prossime elezioni presidenziali del 2019. 
 
La gran portata ed il potere di diffusione di questi mezzi non tradizionali permetteranno di progettare campagne destinate ai possibili elettori e conoscere inoltre lo stato di opinione. 
 
Come ha detto la ministra boliviana di Comunicazione, Gisela Lopez, il governo di Evo Morales sta affrontando una battaglia di “quarta generazione” per resistere contro le menzogne con fatti veridici, senza “creare storie” o “aggredire verbalmente” gli oppositori. 
 
È in questo scenario che le reti sociali si trasformano nel campo di battaglia, dove un twitter inviato in tempo avrà un impatto positivo sul messaggio che si vuole posizionare. 
 
 
 
Laura Becquer Paseiro, corrispondente di Prensa Latina in Bolivia 
 

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