Il fondatore e direttore esecutivo dell’organizzazione britannica, Andrew Wallis, ha fatto riferimento in una dichiarazione al lavoro di “Unseen” per aiutare le persone a uscire dalla cerchia dello sfruttamento.
Secondo i membri dell’ONG, durante il primo anno di funzionamento della linea telefonica contro la schiavitù moderna, sono state ricevute circa 3.710 telefonate dalle vittime e da cittadini privati.
Nel 2016, “Unseen” ha stabilito la linea telefonica per lo sfruttamento della manodopera. Da allora, ha ricevuto chiamate dalle aziende per documentarsi sui rischi di questo flagello, per sollecitare aiuto e per denunciare possibili casi di schiavitù.
L’ONG ha aggiunto che delle 4.900 presunte vittime localizzate, circa 3.550 soffrivano di sfruttamento del lavoro in aziende come saloni di bellezza e luoghi per il lavaggio d’auto, mentre 774 erano state sessualmente sfruttate e 128 subivano servitù domestica.
La polizia ha riconosciuto il valore della linea telefonica perché consente ai cittadini di condividere i loro sospetti, oltre a dare agli sfruttati la possibilità di denunciare la loro situazione e chiedere aiuto.
Il capo della brigata antischiavista della Polizia Metropolitana, Phil Brewer, ha ribadito che “la schiavitù moderna è un reato nascosto e le forze dell’ordine dipendono in gran parte della società per poter perseguirlo.”
Il governo britannico stima che almeno 13.000 persone nel Regno Unito siano vittime dei lavori forzati, dello sfruttamento sessuale e della servitù domestica, ma secondo le considerazioni della polizia, il numero reale potrebbe raggiungere cifre più elevate.
La prima ministra Theresa May ha segnalato in diverse occasioni il bisogno di un lavoro congiunto tra governi, organizzazioni senza scopi di lucro e agenzie di sicurezza per affrontare questo problema.
Nel 2015, il Parlamento di questo paese ha approvato il Processo Verbale sulla Schiavitù Moderna per perseguire i trafficanti di persone, per proteggere quelli a rischio di cadere nelle reti di lavoro forzato e per incoraggiare le aziende ad una maggiore vigilanza, in questo senso.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha denunciato che circa 25 milioni di persone in tutto il mondo sono state vittime dei lavori forzati nel 2016, lavorando nelle fabbriche, fattorie e barche da pesca, e come lavoratrici domestiche o sessuali.
Ig/omr/rbp