venerdì 26 Luglio 2024
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Cancelliere del Nicaragua sottolinea tentativo golpista in agenda del dialogo

Managua, 23 mag (Prensa Latina) Il cancelliere del Nicaragua, Denis Moncada, ha sottolineato oggi che l'agenda di 40 punti che si pretende imporre nel dialogo nazionale conduce ad un golpe di Stato, violando così la Costituzione e le leggi vigenti nel paese. 

 
Intervenendo durante la terza sessione plenaria delle conversazioni per la pace nella nazione, Moncada ha affermato che detta agenda proposta da quelli contrari al governo solo porta al golpe. 
 
È il disegno di un cammino per un golpe di Stato, la strada per cambiare il governo di riconciliazione ed unità nazionale, al margine della Costituzione e dell’ordinamento giuridico del paese, ha sottolineato. 
 
Moncada ha riferito che prima di trattare qualsiasi tema nel dialogo si deve abbordare il diritto alla pace della maggioranza dei nicaraguensi. 
 
Il problema fondamentale è che trattare questa agenda, mentre la nostra popolazione soffre per i blocchi stradali, per i danni economici, psicologici, fisici, significa che siamo realmente in una situazione di violazione totale dei diritti umani, ha sottolineato. 
 
Da parte sua, il deputato Edwin Castro, del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e rappresentante del governo nel tavolo, ha ricordato che nella sessione anteriore si è deciso discutere oggi la non violenza, la libera circolazione ed il diritto al lavoro. 
 
L’agenda che pretende imporre il blocco oppositore, in maniera unilaterale, progetta una riforma parziale della costituzione politica, cambiare la legge organica del potere legislativo ed approvare una legge cornice per la transizione e governabilità democratica. 
 
Inoltre, propone la proibizione della rielezione presidenziale e degli incarichi soggetti ad elezione popolare, la formazione di un nuovo Consiglio Supremo Elettorale ed una riforma alla Legge Elettorale, prodotto del consenso del tavolo del dialogo, tra gli altri punti. 
 
Nicaragua vive una severa crisi sociopolitica dal passato 18 aprile, quando diverse proteste contro nuove riforme alla previdenza sociale, già abrogate, sono sfociate in altre richieste politiche in mezzo ad un’onda di violenza, confronti e fatti vandalici contro beni pubblici e privati. 
 
La situazione è arrivata ad un punto tale che le parti si sono messe d’accordo per sedersi ad un tavolo di dialogo nazionale per la pace, con la Conferenza Episcopale in qualità di mediatrice e testimone del processo. 
 
Ig/acl 

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