venerdì 26 Luglio 2024
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Ancora più legna al fuoco negli abusi sessuali della chiesa in Cile

Nuove denunce di abusi sessuali commessi dai ministri della Chiesa cattolica in Cile hanno aggiunto ancora più legna al fuoco, in mezzo a scandali senza precedenti che hanno obbligato il Vaticano ad intervenire. 

 
Il sacerdote di Villa Prat, nella zona centrale di Curicò, Sergio Diaz Cubillos, ha accusato il nunzio apostolico Ivo Scapolo ed altre autorità ecclesiastiche di non ascoltare le sue denunce di abusi sessuali nella diocesi di Talca. 
 
I suoi commenti sono stati riportati dal quotidiano La Terza e da altri mezzi di radio e televisione cileni, per dare seguito a 15 giorni in cui l’opinione pubblica nazionale è stata scossa dalle rivelazioni. 
 
Io lavoro in tutto Cile ed una volta sono venuto a conoscenza che un prete ha violato vari ragazzini. Allora, ho parlato col nunzio Scapolo. Dopo un anno gli abbiamo consegnato tutto quello che la Chiesa ci aveva chiesto nella nunziatura, ha assicurato Diaz Cubillos. 
 
Ha precisato che in seguito il nunzio gli ha dato un appuntamento e quando è arrivato a Santiago non è stato ricevuto. 
 
Il parroco ha parlato ieri a Curicò dopo una riunione del vescovo di Talca, Horacio Valenzuela, con circa 40 sacerdoti della diocesi, per analizzare il messaggio di papa Francesco ai gerarchi cattolici cileni che sono stati nel Vaticano. 
 
Secondo la nuova denuncia, sono stati quattro giovani di Talca e Santiago quelli che sembra abbiano sofferto abusi nella diocesi di Talca. 
 
Diaz Cubillos ha sottolineato che ha cercato una forma di fare giustizia, ma non è stato ascoltato. 
 
Comunque, ha fatto un ampio ventaglio di segnalazioni ai vescovi per inerzia ed ai sacerdoti colpevoli di atti di pederastia. 
 
Ieri, nella diocesi di Rancagua, al centro del Cile, sono stati finalmente sospesi 14 preti per enfatizzare gli scandali sessuali della Chiesa cattolica nel paese australe. 
 
Parallelamente il Vaticano ha confermato l’invito a sette sacerdoti e due laici dell’arcidiocesi di Santiago, per conoscere le loro esperienze, riferite ad abusi di potere, di coscienza e sessuali. 
 
Il gruppo è vincolato al caso del defenestrato prete Fernando Karadima, ed ha emesso una dichiarazione ufficiale sulle riunioni col papa Francesco che si sosterranno dal 1º al 3 giugno prossimo. 
 
Hanno denunciato che “la maggioranza di tutti noi siamo stati vittime del sistema di abusi che si praticava quando partecipavamo alla parrocchia del Sacro Cuore della Provvidenza (El Bosque), diretta da Karadima”. 
 
“Tutti noi nove speriamo che la nostra esperienza possa servire anche per dare voce a molti altri che hanno sofferto abusi od hanno accompagnato persone abusate”, hanno puntualizzato. 
 
Hanno sottolineato che “bisogna comprendere quanto è delicata questa iniziativa del Santo Padre e della necessità di salvaguardare, per quanto possibile, la confidenza e l’intimità durante lo sviluppo di questo incontro”. 
 
Fausto Triana, corrispondente di Prensa Latina in Cile

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