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La Siria vincente nella guerra mediatica

Damasco, 4 giu (Prensa Latina) La Siria affronta con successo la guerra mediatica, politica, culturale e militare imposta dalle potenze occidentali contro il paese, nel mezzo del conflitto armato iniziato nel marzo 2011, ha dichiarato il ministro dell’Informazione siriano, Imad Sara.

In un’intervista rilasciata a Prensa Latina, il ministro ha sottolineato che le campagne mediatiche sono state dirette attraverso mercenari che si trovano nel paese e dai centri di potere di vari stati, tra questi gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, la Giordania, il Qatar, l’Arabia Saudita, la Turchia e altri.
Dopo aver riferito che la stampa siriana, sette anni fa, ha dovuto affrontare migliaia di mass media ostili al governo e al popolo, il ministro dell’Informazione ha sottolineato che questi strumenti pro-imperialisti hanno cercato di demonizzare il paese e i suoi media.
Successivamente, ha dichiarato che la guerra che affronta la Siria è artata e complessa, nella quale sono stati utilizzati tutti gli strumenti come le bande, la diplomazia, i servizi segreti, il blocco economico e l’incitamento settario, religioso ed etnico.
“I media hanno usato tutte queste componenti della guerra come piattaforma essenziale per distruggere la coscienza dei cittadini, colpire la loro identità e prendere di mira l’unità nazionali e le istituzioni statali”, ha affermato.
Hanno anche cercato di falsificare concetti e termini e di ingannare l’opinione pubblica mondiale sulla realtà dei fatti in Siria, ha aggiunto.
Dopo aver affermato che la sua nazione affronta una feroce guerra mediatica e di propaganda per rovesciare il governo, ha dichiarato che i nemici della nazione credevano che avrebbero raggiunto rapidamente l’obiettivo.
Con questi scopi – ha ribadito-hanno diffuso migliaia di notizie false in numerose lingue e attraverso le grandi ed influenti catene, e hanno sviluppato una campagna di propaganda, attraverso i social network, mai vista in precedenza, con slogan attraenti come democrazia, libertà ediritti umani.
Il ministro ha spiegato che questi obiettivi, nascosti e non dichiarati, erano finalizzati alla distruzione dello Stato, della società siriana e dei suoi valori e alla frammentazione del paese su basi confessionali, settarie ed etniche.
I media di Damasco – ha spiegato – nonostante le modeste risorse, hanno diffuso in modo veritiero la situazione politica e militare nel territorio, mostrandocome la resistenza del popolo siriano e del suo esercito abbia contribuito a frustrare questa guerra terroristica imposta.
A causa del successo nella guerra mediatica, l’Occidente ha imposto sanzioni ai media locali, facendo tentativi e pressioni per eliminare i canali siriani dalle piattaforme satellitari.
I centri di potere hanno anche minacciato e realizzato attentati terroristici contro i media siriani, come l’utilizzo di esplosivi, nel 2012, contro l’emittente giornalisticaIkhbariya TV, attentato in cui gli impiegati di turno persero la vita.
Gli estremisti, inoltre, hanno fatto esplodere una bomba al terzo piano della sede della Radio e Televisione Siriana e l’hanno attaccata, con due autobombe suicide, nel 2013, causando danni materiali, ha aggiunto.
Nonostante queste azioni ostili, ha detto, i media locali si sono scontrati con la guerra mediatica, gradualmente e in collaborazione con media amici, hanno rivelato e fatto fallire la guerra sporcacontro questo paese.

mb/obf

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