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Ex militare italiano denuncia: la NATO commise crimini in Serbia

Belgrado, 6 giu (Prensa Latina) Lo studioso Domenico Leggiero, ex militare italiano, ha affermato che la NATO, nel 1999, ha compiuto un omicidio silenzioso e crudele in Serbia, bombardandola con uranio impoverito, mettendo a disposizione di Belgrado tutte le prove.

In un’intervista esclusiva pubblicata oggi dal quotidiano VecernjeNovosti, il membro dell’Osservatorio Militare ha detto di voler aiutare i colleghi serbi e facilitare tutti i loro studi.

Leggiero, secondo il giornale, ha subito attacchi e accuse per i suoi sforzi volti a dimostrare che la sostanza nociva era responsabile delle morti e delle malattie di un gran numero di soldati italiani che hanno partecipato alle operazioni dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) in Kosovo.

Durante 78 giorni consecutivi, l’aviazione della NATO bombardò l’ex Jugoslavia, utilizzando armi conuranio impoverito, specialmente nel territorio kosovaro e alcune località della Serbia.

Gli sforzi di Leggiero per ristabilire la verità hanno fatto sì che una Commissione del Parlamento Italiano fornisse le prove della relazione tra la tossicità del minerale e le patologie dei militari italiani, che non erano dotati dei mezzi di protezione di cui disponevano, invece, i soldati degli Stati Uniti.

L’ex militare afferma che sin dalla guerra in Iraq, nei primi anni ’90, il Pentagono era a conoscenza degli effetti di queste munizioni è adottò le misure adeguate per proteggere i propri soldati, ma la NATO non fece lo stesso con le sue truppe, quando invase il Kosovo dopo i bombardamenti.

A fine maggio, il Parlamento serbo ha approvato l’istituzione di una commissione presieduta dal deputato e medico, DarkoLaketic,per studiare gli effetti negativi sulla popolazione serba.

In tale occasione, il parlamentare ha dichiarato che le prime indagini saranno eseguite nel comune di Vranje, a 345 chilometri da Belgrado, nell’estremo sud-est della Serbia, che fu pesantemente bombardato e continueranno in altri nove vicini in Kosovo.

La prima relazione della commissione, compostadasei parlamentari di diversi partiti politici, dovrebbe essere pronta nel 2020.

Durante l’intervento militare, portato avanti senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Nato realizzò 38mila incursioni aeree, circa 200 al giorno. Parteciparono all’operazione anche 30 navi e sottomarini.

Il numero di vittime delle operazioni della Nato è stimatotra i mille ed i 4mila morti, di cui oltre 500 civili, mentrei danni per l’economia dell’allora Jugoslavia (Serbia e Montenegro) ammontarono a 100 miliardi di dollari.

mb/rmh

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