venerdì 26 Luglio 2024
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USA-Cuba, tra passi indietro e il desiderio di relazioni migliori

Ad un anno dalla decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump,di fare marcia indietro nell’avvicinamento con Cuba, sono evidenti due realtà: il peggioramento delle relazioni e l'interesse di molti settori per migliorarle.

Entrambi i paesi avevano già vissuto due anni e mezzo di un nuovo corso nelle relazioni, dopo che i rispettivi governi avevano annunciato l’inizio di un processo di normalizzazione dellestesse, quando il 16 giugno 2017 il presidente ha annunciato che avrebbe eliminato alcuni dei risultati raggiunti.

“Con effetto immediato, sto annullando il trattamento unilaterale dell’ultima amministrazione”, aveva dichiarato Trump quel giorno, in un teatro di Miami, davanti a un gruppo poco rappresentativo di cubani, come, se invece, rappresentasse tutti i nati a Cuba.

Anche quando i sondaggi in materia hanno mostrato il sostegno della maggioranza della popolazione degli USA a legami più stretti, Trumpaveva firmato il MemorandumPresidenziale sulla Sicurezza Nazionale sull’inasprimento della politica degli Stati Uniti verso Cuba.

Il documento aveva annunciato future restrizioni sui viaggi degli americani verso la nazione caraibica e nuovi ostacoli alle transazioni economiche, commerciali e finanziarie.

In un discorso segnato da numerose richieste interventiste, il presidente degli USAaveva ratificato la validità del blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington a Cuba oltre 55 anni fa.

Mesi dopo, il 9 novembre, le restrizioni annunciate sono entrate in vigore, incluso il divieto per le persone soggette alla giurisdizione statunitense a possono realizzare transazioni finanziarie dirette con circa 180 enti cubane.

E’stato stabilito che i viaggi degli americani a Cuba continuassero limitati alle12 categorie esistenti, nessuna per scopi turistici, ma, tra le altre misure, sono stati eliminati i viaggi educativi individuali “popolo a popolo” senza carattere accademico.

Il governo di Cuba ha respinto tali misure, affermando che la decisione della Casa Bianca confermavaun inasprimento del bloqueo, una strategia che, solo una settimana prima, era stata condannata nuovamentenelle Nazioni Unite da 191 paesi.

Allo stesso tempo, mentre alcuni legislatori hanno gioito per le misure, e altri come il senatore repubblicano Marco Rubio hanno detto che dovevano essere più dure, diversi membri del Congresso e settori economici le hanno respinte.

Il rappresentante democratico Kathy Castor ha definito tali regolamenti come parte della posizione retrograda di Trump per tornare alle fallite politiche isolazioniste contro l’isola e il suo popolo.

Nel frattempo, il deputato repubblicano Mark Sanford ha detto che il divieto di viaggiare a Cuba, emanato in un momento critico della Guerra Fredda, era obsoleto e un’ingiusta limitazione della libertà americana.

Prima che le misure annunciate dal presidente a Miami iniziassero avere effetto, ha avuto inizio un altro capitolo che ha colpito duramente le relazioni bilaterali.

Lo scorso agosto, la stampa statunitense ha riferito che i diplomatici USA dell’ambasciata dell’Avana avevanoriportato una serie di problemi di salute, costringendoli a ritornare in patria e sottoporsi a visite mediche negli Stati Uniti.

Sebbene Cuba abbia ripetutamente dichiarato di non essere responsabile dei fatti e di rispettare la Convenzione di Vienna del 1961 sulla protezione dei diplomatici, il 29 settembre il Dipartimento di Stato ha annunciato il ritiro di oltre metà del personale dell’ambasciata all’Avana.

Ha anche annunciato la sospensione dell’emissione di visti e ha pubblicato un “avviso di viaggio”, raccomandando ai cittadini statunitensi di evitare di recarsi a Cuba.

Quelle decisioni, definite eccessive dai membri del Congresso e da alcuni settori statunitensi, sono state seguite, il 3 ottobre, dall’espulsione di 15 diplomatici cubani dagli USA.

Non sorprende quindi che oggi, quando le due nazioni hanno tenuto il VII Incontro della Commissione Bilaterale a Washington, Cubaabbia respinto la battuta d’arresto imposta alle relazioni e abbia richiamato l’attenzione sulle conseguenze negative per entrambi i popoli, per l’emigrazione e il contesto regionale e internazionale.

La delegazione cubana ha ribadito che il bloqueo continua ad essere l’ostacolo principale a qualsiasi prospettiva di miglioramento delle relazioni bilaterali e ha denunciatol’inasprimento di tale politica.

Ha anche esortato a desistere dalla manipolazione politica sui presunti problemi di salute, che Washington insiste nel definire attacchi, nonostante riconosca di non conoscernele cause.

APPOGGIO CONTINUO ALL’AVVICINAMENTO

Nonostante l’attuale contesto, il presidente della coalizione Cuba Engage, James Williams, ha recentemente dichiarato a Prensa Latina che c’è sempre più sostegno a favore del miglioramento delle relazioni.

Williams, la cui organizzazione promuove la fine del blocco, è rammaricato che l’amministrazione Trump abbia ascoltato appena un paio di voci nel Congresso e si sia schierata dal lato sbagliato della storia.

Ma questo non significa che il sostegno del popolo americano e del congresso sia diminuito, penso che si sia intensificato, ha detto.

Come miglior prova, l’11 giugno è stato creato il Consiglio Statale Pennsylvania-Engage Cuba, formato da leader di spicco del luogo e destinato a cercare sostegno per l’apertura verso l’isola e la fine delle restrizioni su viaggi e commercio.

La Pennsylvania è il 18° stato che aderisce all’organizzazione dopo Arkansas, Alabama, Colorado, Georgia, Idaho, Iowa, Kansas, Kentucky, Louisiana, Minnesota, Mississippi, Missouri, New Mexico, Ohio , Tennessee, Texas e Virginia.

In settimana, inoltre, la senatrice democratica Heidi Heitkampha reso noto che la Commissione Agricoltura del Senato ha approvato un emendamento suo e del repubblicano John Boozman, per favorire l’accesso al mercato cubano dei prodotti agricoli statunitensi.

La disposizione, inclusa nel progetto di Legge Agricola del 2018, consentirebbe al Dipartimento dell’Agricoltura di utilizzare i programmi di sviluppo dei mercati d’esportazione per creare, espandere e mantenere una presenza nella nazione vicina, senza costi aggiuntivi per i contribuenti statunitensi.

Questo è uno dei vari sforzi legislativi dei membri del Congresso, tra cui la Legge sulle Esportazioni Agricole a Cuba, che attualmenteconta con 64 cofirmatari alla Camera dei Rappresentanti.

12 mesi dopo la firma delmemorandum che danneggia le relazioni bilaterali, molte persone negli Stati Uniti desiderano diventi realità quanto dichiarato all’Avana dal senatore repubblicano Jeff Flake: “più cooperazione, più viaggi, più comunicazione e migliori relazioni”.

Martha Andres Roman, Capo corrispondente di Prensa Latina negli Stati Uniti

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