Geng Shuang, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, ha dichiarato ai giornalisti che è una decisione deplorevole perché l’organismo è stato creato con l’autorizzazione dell’Assemblea Generale dell’ONU e costituisce, quindi, un’importante piattaforma per la cooperazione.
Il Consiglio – ha affermato – è uno scenario che promuove il rafforzamento della fiducia reciproca e degli sforzi congiunti nell’avanzamento e tutela dei diritti umani.
“La Cina continuerà a lavorare con tutte le parti per contribuire ad un sano sviluppo dei diritti umani a livello internazionale, attraverso il dialogo costruttivo e la cooperazione”, ha affermato Geng, sottolineando il sostegno al multilateralismo.
Il gigante asiatico si unisce, così, ad altre nazioni e organizzazioni che hanno censurato la decisione degli USA, che dall’arrivo al potere di Trump hanno abbandonato accordi vitali per una convivenza pacifica e sostenibile.
L’ambasciatrice statunitense presso l’ONU, Nikki Haley, ha annunciato ieri il ritiro dal Consiglio, argomentando un presunto pregiudizio contro Israele.
Inoltre, ha accusato il Consiglio d’ipocrisia e ha affermato che il ritiro risponde all’impossibilità di introdurre le riforma richieste dagli Stati Uniti.
Tra gli altri pretesti, ha aggiunto che nel Consiglio sono presenti paesi che per Washington violano i diritti umani.
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