Con la presenza del primo vicepresidente cubano, Salvador Valdes, il titolare della Salute, Roberto Morales; la ministra della presidenza sudafricana, Nkosazana Dlamini-Zuma, ed altri invitati, l’attività ha rappresentato, inoltre, un appassionato addio per oltre 700 studenti sudafricani che ritornano alla loro terra dopo più di cinque anni di studi nella nazione caraibica.
Questi futuri professionisti culmineranno la loro preparazione in un nuovo concetto di internato della medicina comunitaria, inseriti in centri di salute del loro paese e si laureeranno come medici al servizio del loro paese, ha segnalato Alfredo Gonzalez, viceministro cubano di Salute Pubblica.
Ha affermato, inoltre, lo spirito di sacrificio ed abnegazione di Mandela, la sua lotta contro il regime razzista dell’apartheid e per l’emancipazione dei paesi africani, mentre l’ha qualificato come un uomo integro, rivoluzionario, ed un esempio ispiratore per i giovani del mondo.
Ha ricordato che per il leader sudafricano l’educazione era l’arma più poderosa per cambiare il mondo, per questo motivo ha fatto riferimento al gruppo di 700 giovani che ritornano in Sudafrica come il maggiore tributo per Mandela.
“Voi siete il frutto del programma di formazione dei medici concepito da Fidel e da Mandela quando è incominciata la collaborazione nei temi di salute tra i due paesi”, ha concluso.
Da parte sua, Dlamini-Zuma, propulsora iniziale e principale esecutrice di questo progetto quando era titolare della salute, ha esteso a Cuba ed alle sue autorità la gratitudine ed il saluto dei popoli africani, specialmente quello del suo paese. Ha considerato un orgoglio la formazione nella nazione caraibica di giovani sudafricani come professionisti del settore ed ha espresso la sua fiducia che la collaborazione dei due stati continuerà e si fortificherà ancora di più.
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