venerdì 26 Luglio 2024
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Il Nicaragua non rinuncerà alla pace, afferma da Cuba il dirigente sandinista Jacinto Suarez

L'Avana, 11 lug (Prensa Latina) Il segretario alle Relazioni Internazionali del Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista (FSLN), Jacinto Suarez, ha confermato la ferma volontà del governo nicaraguense di preservare la pace nella nazione centroamericana.

In un’intervista esclusiva rilasciata a Prensa Latina, Suarez ha condannato l’ondata di violenza che, dallo scorso aprile, ha segnato il paese, insistendo sulla necessità di porre fini agli atti criminali, incoraggiati – ha dichiarato – dalle manipolazioni politiche della destra.

Il dirigente politico nicaraguense, che parteciperà come delegato al XXIV Forum di San Paolo qui all’Avana, ha confermato il dialogo quale strada per riportare la pace tra i cittadini, e si è detto rammaricato per gli atti vandalici commessi da gruppi definiti terroristici, che mirano a seminare il caos e il terrore nel paese, ha dichiarato.

“I danni che hanno causano non si riparano facilmente e la perdita di vite umane è irrimediabile. È necessario ricorrere a mezzi pacifici”, ha detto, dopo aver ricordato i risultati raggiunti degli ultimi 10 anni in settori quali l’economia, la sanità, l’istruzione e la lotta contro la povertà.

Suarez, che è anche presidente della Commissione Relazioni Internazionali e Integrazione dell’Assemblea Nazionale del Nicaragua, ha denunciato che le azioni destabilizzanti degli ultimi tre mesi rispondono ad un golpe morbido orchestrato dall’estero (simile a quello messo in atto in Venezuela), con l’obiettivo di far dimettere il presidente, Daniel Ortega, e causare un intervento straniero.

Inoltre, ha anche spiegato che gli studenti che hanno partecipato ai primi disordini sono stati gestiti dalla destra, assicurando che i promotori di tali azioni non sono attivisti politici ma criminali.

Suarez, che si è unito alla lotta del FSLN durante l’adolescenza, si è riferito anche ai fatti di lunedì nel dipartimento di Carazo, quando gli abitanti hanno denunciato la complicità tra la Chiesa cattolica e gruppi criminali, durante una visita della Conferenza Episcopale alla Basilica Minore di San Sebastiano, nel comune di Diriamba.

A questo proposito, ha detto che i cittadini hanno ripudiato il presunto uso degli edifici di culto come rifugio per criminali, centri di tortura e depositi di armi.

Allo stesso modo, ha criticato la parzialità della Conferenza Episcopale nel dialogo nazionale tra i rappresentanti del Governo e quelli dell’opposizione.

Le prime violenze sono scoppiate il 18 aprile contro la riforma della previdenza sociale promossa dal governo, che sebbene in seguito sia stata abrogata non ha fermato le proteste, a cui si sono aggiunte altre richieste politiche.

Tale riforma, come denunciato, è servita da pretesto per avviare un piano per destabilizzare il paese e provocare il rovesciamento del governo sandinista, che continua a confermare l’impegno per la difesa della pace, della sicurezza e del diritto alla vita di tutti i cittadini.

Ivette Hernandez

mb/ihr

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