“Ancora sto tremando”, ha dichiaro alla rete televisiva C5N dal luogo dei fatti il consigliere comunale di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires, Victoria Tolosa, che ha condannato questi gravi incidenti.
Immagini registrate dalle telecamere di questo mezzo di comunicazione mostrano come individui incappucciati sono irrotti ed hanno lanciato pietre lasciando vetri rotti nel luogo, dove si trovavano varie personalità che assistevano alla proiezione di “El camino de Santiago”, documentario del regista Tristan Bauer sul giovane tatuatore.
Il caso Maldonado ha fatto il giro del mondo quando in agosto dell’anno scorso era andato a solidarizzarsi con la lotta della comunità mapuche Pu Lof in Resistenza, a Chubut, che in quel giorno è stata attaccata dalle forze pubbliche in un tentativo di sfollamento delle terre che i mapuche stanno cercando di recuperare, usurpate dall’italiano Benetton.
“Non posso capire come un giorno come oggi bisogna sopportare queste cose, ma tutto quello che io possa dire oggi sarebbe detto male”, ha detto alla stampa il fratello maggiore di Maldonado, Sergio.
Poche ore prima, nella Plaza de Mayo, si era realizzata una manifestazione popolare per reclamare alla Stato giustizia e verità nel caso del giovane, il cui corpo apparve 78 giorni dopo galleggiando nelle acque gelate del fiume Chubut, molto vicino a dove si svolsero i fatti.
La sua morte sta essendo investigata come sparizione forzata.
Ig/may