Il rapporto si riferisce, in particolare, ai terreni limitrofi alla recinzione perimetrale che divide l’enclave costiera da Israele, sottolineando che i divieti imposti da Tel Aviv a Gaza minano la sicurezza e lecondizioni di vita dei palestinesi.
Secondo il documento, da settembre 2000, Israele ha limitato l’accesso palestinese alle terre situate a settentrione e oriente della recinzione che divide la Striscia.
Nella sua estensione più ampia, l’area ad accesso limitato arriva fino a 500 metri dalla recinzione di Gaza, oltre alla “zona ad alto rischio” che si estende fino a 1.500 metri dalla barriera.
Mentre l’attività agricola palestinese nelle aree ad “alto rischio” è aumentata negli ultimi anni, restanole preoccupazioni degli agricoltori sulla sicurezza personale e degli investimenti in mezzi di sussistenza, informa l’OCHA.
Secondo il Ministero dell’Agricoltura palestinese, dal 2014, l’esercito israeliano ha irrorato regolarmente la zona con erbicidi, danneggiando i terreni agricoli di Gaza.
Un’operazione di fumigazione, nel gennaio 2018, ha colpito circa 22 ettari di terreni agricoli, appartenenti a 212 agricoltori, con perdite stimate in 1,3 milioni di dollari.
Il rapporto OCHA ricorda che, secondo il diritto internazionale, Israele è obbligato a evitare di causare danni sproporzionati alla vita e ai mezzi di sostentamento della popolazione palestinese.
Il documento aggiunge che il Governo israeliano deve rispettare il diritto dei palestinesi alla vita, alla libertà di movimento, aggregazione ed espressione.
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