Il provvedimento, firmato nella giornata di ieri, ha ripristinato le sanzioni sospese negli ultimi due anni, mentre, altre entreranno in vigore il prossimo 5 novembre.
In questo modo, l’Iran non potrà utilizzare il dollaro statunitense, la principale valuta per le transazioni finanziarie internazionali, sarà vietato il commercio di metalli e le vendite di automobili di produzione iraniana.
Contestualmente, saranno revocate le autorizzazioni che consentono l’importazione negli USA di tappeti e alimenti iraniani, come i pistacchi. Inoltre, saranno ritirate le autorizzazioni che hanno permesso a Teheran l’acquisto di aerei e pezzi di ricambio europei e americani.
Funzionari del governo, nella giornata di ieri, hanno affermato che l’amministrazione Trump applicherà, aggressivamente, le sanzioni economiche, sicura di un impatto significativo sull’economia iraniana.
Lo scopo – hanno spiegato – è duplice: fare pressione su Teheran affinché rinegozi l’accordo nucleare, secondo i termini di Washington, e far cambiare atteggiamento al governo iraniano, che per gli USA è una minaccia contro i propri interessi in Medio Oriente.
“Faremo rispettare queste sanzioni”, aveva detto, due giorni fa, il segretario di Stato, Mike Pompeo.
Fin dal suo arrivo alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2017, Trump aveva minacciato di abbandonare il Piano Integrale d’Azione Comune (JCPOA), firmato tra l’Iran e il Gruppo dei 5 + 1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, più Germania).
Lo scorso 8 maggio, ignorando il sostegno al patto da parte degli altri firmatari, il presidente nordamericano ha annunciato la decisione di abbandonarlo.
La scelta, criticata a livello nazionale ed internazionale, ha aperto la strada per il ripristino delle sanzioni, anche se l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, le nazioni alleate e la stessa intelligence statunitense confermano che l’Iran sta rispettando gli impegni JCPOA.
L’Unione Europea, nella giornata di ieri, ha annunciato che applicherà una norma mirata a tutelare gli operatori economici del vecchio continente che fanno affari legittimi con l’Iran.
La cosiddetta legge del blocco cerca di evitare gli effetti extraterritoriali delle sanzioni USA.
Il presidente iraniano, HassanRouhani, ha dichiarato che “se Trump è serio, dovrebbe tornare nel patto nucleare, perché, chi dice di essere pronto al dialogo, deve prima dimostrare di mantenere la parola”.
Negoziare, come ha proposto il presidente degli Stati Uniti, mentre una delle parti impone sanzioni non ha senso, ha detto Rouhani in una recente intervista televisiva.
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