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Lula, vittima di una caccia giudiziale annunciata

Brasilia, 16 ago (Prensa Latina) “Sono vittima di una caccia giudiziale annunciata”, ha denunciato l'ex dignitario ed ora candidato presidenziale del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, che compie oggi 132 giorni come prigioniero politico. 

 
L’accusa è contenuta in una lettera al popolo brasiliano scritta dalla cella della Sovrintendenza della Polizia Federale (PF) a Curitiba, dove rimane rinchiuso dal 7 aprile scorso, e pubblicata ieri, dopo il registro ufficiale della sua candidatura presso il Tribunale Superiore Elettorale (TSE). 
 
Un anno, un mese e tre giorni fa, Sergio Moro ha usato il suo incarico di giudice per commettere un atto politico: condannarmi per la pratica di “atti indeterminati” per tentare buttarmi fuori dall’elezione. Ha usato una “fake news” prodotta dal giornale O Globo su un appartamento a Guarujá. 
 
Da allora, ha condannato, il popolo brasiliano aspetta, in vano, che Moro e gli altri giudici che hanno confermato la mia condanna in seconda istanza presentino qualche prova materiale che sono proprietario di quell’immobile. 
 
Lula ha affermato che, al contrario, ogni giorno sorgono nuovi fatti che ratificano l’attuazione illegittima di agenti del sistema giudiziale per condannarlo e mantenerlo in prigione. 
 
Più avanti ha sottolineato che la Legge Elettorale garantisce che non sarà candidato solo se muore, rinuncia o sia stato scartato dalla giustizia. 
 
“Non pretendo morire, non considero rinunciare e lotterò per la mia candidatura fino al finale!”, ha scritto l’ex dignitario prima di rimarcare che “non voglio favori, voglio giustizia. Non cambio la mia dignità per la mia libertà”. 
 
Ha anche ricordato che il Comitato dei diritti umani dell’ONU ha già emesso una decisione che impedisce allo Stato brasiliano di causare danni irreversibili ai suoi diritti politici, fatto che rinforza l’impossibilità di ostacolare la sua presenza come candidato nelle elezioni del 2018. 
 
Tuttavia, ieri sera stessa la procuratrice generale elettorale, Raquel Dodge, si è affrettata ad impugnare la candidatura presidenziale di Lula, allegando la sua presunta ineleggibilità per essere condannato in seconda istanza, fatto che lo colloca nella chiamata Legge del Certificato Penale Pulito. 
 
Oltre alla richiesta di Dodge, il TSE ha ricevuto ieri sera altre due richieste di impugnazione presentate dai candidati a deputati della destra: l’attore Alexandre Frota, del Partito Sociale Liberale (PSL) e Kim Kataguiri, aspirante dei Democratici (DEM) ed uno dei coordinatori del Movimento Brasile Libero (MBL). 
 
Ig/mpm

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