venerdì 26 Luglio 2024
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Fidel Castro, una vita di lotte per la giustizia sociale

Il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro (1926-2016), avrebbe compiuto quest’anno 92 anni, il 13 agosto scorso, momento che Prensa Latina ha approfittato per ricordare i passaggi della sua vita e le sue lotte per la giustizia sociale. 

 
Fidel Alejandro Castro Ruz nacque il 13 agosto 1926 a Biran, antica provincia cubana di Oriente. Suo padre, Angel Castro Argiz, figlio di contadini poveri della Galizia, era proprietario terriero e colono della canna da zucchero. Sua madre, Lina Ruz Gonzalez, proveniva da una famiglia contadina della provincia di Pinar del Rio. 
 
Ha imparato a leggere ed a scrivere nella scuola pubblica rurale di Biran ed ha continuato la scuola elementare nei collegi cattolici privati di La Salle y Dolores, nella città di Santiago di Cuba. Ha iniziato gli studi di liceo nello stesso collegio di Dolores e li ha conclusi nel Collegio di Belem, della Compagnia di Gesù, a L’Avana, dove si è diplomato in Lettere nel giugno del 1945. 
 
I gesuiti di Belem hanno detto: “Fidel Castro si è distinto sempre in tutte le materie relazionate con le lettere… È stato un vero atleta, ha saputo guadagnarsi l’ammirazione e l’affetto di tutti. Frequenterà la carriera di Diritto e non dubitiamo che riempirà con pagine brillanti il libro della sua vita. Fidel ha molti potenziali e non mancherà l’artista”. 
 
In settembre del 1945 si è iscritto alle carriere di Diritto e di Scienze Sociali e Diritto Diplomatico nell’Università de L’Avana. Lì si è vincolato immediatamente alle lotte politiche nel seno della scolaresca universitaria ed ha occupato differenti incarichi nella Federazione Studentesca Universitaria. 
 
Come parte della sua attività politica in quegli anni, ha organizzato ed ha partecipato ad innumerabili atti di protesta e denuncia contro la situazione politica e sociale nel paese. Più di una volta è stato colpito o imprigionato dalle forze repressive. Tra luglio e settembre del 1947, mentre frequentava il terzo anno della carriera, si è arruolato nel contingente di spedizione organizzato per lottare contro il regime del dittatore dominicano Rafael Leonidas Trujillo. La spedizione si è allenata a Cayo Confites. Fu asceso a tenente, capo di plotone, e dopo a capo di una compagnia di battaglione. 
 
La spedizione che si trasferiva in barca, è stata intercettata da una fregata della Marina cubana. Fidel saltò nell’acqua con la sua arma per non lasciarsi catturare. Ha sempre considerato una vergogna che la spedizione finisse arrestata senza lottare. 
 
È entrato in contatto con le idee marxiste quando era già studente universitario. 
 
Dopo la sua partecipazione nella spedizione contro Trujillo, viaggiò nel 1948 a Venezuela, Panama e Colombia come dirigente studentesco, con l’obiettivo di organizzare un Congresso Latinoamericano di Studenti che doveva effettuarsi in Colombia. 
 
Si trovava a Bogotà quando si è prodotta la ribellione popolare provocata dall’assassinio del leader colombiano, in aprile di quell’anno, Jorge Eliecer Gaitan. Si incorporò risolutamente in quella lotta. Sopravvisse per puro caso. 
 
Fidel si laureò come Dottore in Diritto Civile e Laureato in Diritto Diplomatico nel 1950. Dal suo studio di avvocato, si dedicò fondamentalmente alla difesa delle persone e dei settori umili. 
 
Succedendo il golpe di Stato di Fulgencio Batista, il 10 marzo 1952, è stato uno dei primi a denunciare il carattere reazionario ed illegittimo del regime di facto ed ad esigere il suo rovesciamento. 
 
Ha organizzato ed ha preparato un numeroso gruppo di più di mille giovani operai, impiegati e studenti che provenivano fondamentalmente dalle file ortodosse. Con 160 di loro, il 26 luglio 1953 ha diretto l’assalto alla caserma Moncada a Santiago di Cuba e la caserma di Bayamo, in un’azione concepita come detonante della lotta armata contro il regime di Batista. 
 
Fallendo il fattore sorpresa non hanno potuto raggiungere l’obiettivo. Fu fatto prigioniero dalle forze repressive della tirannia pochi giorni dopo l’attacco al Moncada ed è stato mantenuto isolato per 76 giorni. 
 
Fu sottomesso posteriormente a giudizio e condannato a 15 anni di prigione. In un ambiente riservato e vigilato, ha assunto la sua autodifesa davanti al tribunale che lo giudicò, e pronunciò l’allegato conosciuto come “La storia mi assolverà”, nel quale abbozzava il programma della futura Rivoluzione a Cuba. 
 
Dal carcere proseguì il suo lavoro di denuncia del regime oppressore, al tempo che maturò i suoi piani rivoluzionari ed approfondì la preparazione teorica ed ideologica dei suoi compagni. 
 
Come risultato di una forte pressione e delle campagne popolari, è stato liberato in maggio del 1955. Nelle settimane successive ha svolto un intenso lavoro di agitazione e denuncia, ed ha fondato il Movimento 26 Luglio per proseguire la lotta rivoluzionaria. 
 
In luglio del 1955, dimostrata l’impossibilità di proseguire la lotta anti-batistiana con mezzi legali, Fidel è partito verso Messico per organizzare dall’esilio l’insurrezione armata. 
 
In condizioni economiche precarie e sottomesso alla stretta vigilanza e persecuzione degli agenti di Batista, ha fatto uno sforzato lavoro organizzativo e preparatorio, mentre ha proseguito un’intensa campagna di diffusione delle idee e dei propositi del movimento insurrezionale. 
 
Hanno comprato lo yacht Granma, nel quale sono salpati verso Cuba all’alba del 25 novembre 1956, dal fiume Tuxpan, con 82 combattenti a bordo, la cui età media era di 27 anni. 
 
Dopo sette giorni di navigazione, sono sbarcati il 2 dicembre a Las Coloradas, costa sud occidentale dell’antica provincia di Oriente. Le forze di Batista hanno localizzato lo sbarco ed hanno osteggiato gli uomini della spedizione. 
 
Il 5 dicembre, l’esercito della tirannia ha sorpreso a Alegria de Pio Fidel ed i suoi combattenti. I rivoluzionari sono stati decimati, vari sono stati arrestati durante la persecuzione e molti sono stati assassinati nell’atto. 
 
Con la preziosa collaborazione dei contadini, Fidel si trovò con Raul Castro a Cinco Palmas e raggruppò la forza rivoluzionaria. Partì allora verso la Sierra Maestra per continuare lì la lotta rivoluzionaria. 
 
Il 17 gennaio 1957, ha diretto la prima azione armata contro l’esercito di Batista nel quartiere di La Plata ed ha ottenuto la sua prima vittoria. L’Esercito Ribelle ha cominciato a crescere ed a fortificarsi. 
 
Nella sua condizione di Comandante in Capo, ha diretto l’azione militare e la lotta rivoluzionaria delle forze ribelli e del Movimento 26 Luglio durante i 25 mesi di guerra.
 
Dopo le contundenti sconfitte delle truppe élite della tirannia, questi, attraverso i loro principali capi, hanno deciso di riconoscere la vittoria ribelle nello stesso teatro delle operazioni della provincia di Oriente, il 28 dicembre 1958. 
 
All’alba del 1º gennaio 1959, Fidel ha affrontato, con uno sciopero generale rivoluzionario, con partecipazione di tutti i lavoratori, il golpe di Stato nella capitale della Repubblica, promosso dal Governo degli USA. È entrato vittorioso quello stesso giorno a Santiago di Cuba ed è arrivato a L’Avana l’8 gennaio. 
 
Concludendo la lotta insurrezionale, ha mantenute le sue funzioni come Comandante in Capo. Il 13 febbraio 1959 è stato nominato Primo Ministro del Governo Rivoluzionario. 
 
Ha diretto il popolo cubano nei giorni della drammatica Crisi di Ottobre del 1962. A nome del potere rivoluzionario, ha proclamato il 16 aprile 1961 il carattere socialista della Rivoluzione Cubana. 
 
Ha coperto l’incarico del Segretario Generale delle Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate, e più avanti quello di Segretario Generale del Partito Unito della Rivoluzione Socialista di Cuba. A partire dalla Costituzione del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba in ottobre del 1965, il suo incarico è stato quello di Primo Segretario e Membro dell’Ufficio Politico, nel quale è stato confermato per i cinque Congressi del Partito effettuati da allora. 
 
È stato eletto Deputato all’Assemblea Nazionale dal Potere Popolare, in rappresentazione del municipio di Santiago di Cuba, nei suoi successivi periodi di sessioni dalla creazione dell’Assemblea nel 1976, e da quel momento fino al 2008 ha anche occupato gli incarichi di Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei Ministri. 
 
Ha ricevuto più di un centinaio di alte onorificenze straniere e cubane, oltre a numerose distinzioni accademiche onorarie di centri di insegnamento universitario a Cuba, in America Latina ed in Europa. 
 
Ha diretto strategicamente la partecipazione di centinaia di migliaia di combattenti cubani in missioni internazionaliste in Algeria, Siria, Angola, Etiopia ed in altri paesi, ed ha sponsorizzato ed ha organizzato l’apporto di decine di migliaia di medici, maestri e tecnici cubani che hanno prestato servizio in più di 40 paesi del Terzo Mondo, oltre alla realizzazione di studi in Cuba da parte di decine di migliaia di studenti di questi paesi. 
 
È stato l’artefice dell’azione decisa del popolo cubano per affrontare gli effetti del bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dagli Stati Uniti da quasi sessant’anni e le conseguenze sul piano economico del crollo della comunità socialista europea.   
 
Inoltre, ha promosso lo sforzo tenace dei cubani per superare le gravi difficoltà risultanti da questi fattori, la sua resistenza durante il chiamato Periodo Speciale ed il nuovo inizio della crescita e dello sviluppo economico del paese. 
 
Ha diretto la lotta dell’isola per la liberazione dei Cinque Eroi Cubani antiterroristi, condannati a lunghe pene negli Stati Uniti, liberati il 17 dicembre 2014, e per il ritorno alla patria dal bambino Elian Gonzalez, rapito nello stesso paese nordamericano. 
 
Durante gli anni ha lavorato intensamente nelle battaglie del popolo cubano per il consolidamento del processo rivoluzionario, il suo avanzamento verso il socialismo, l’unità delle forze rivoluzionarie e di tutto il popolo, le trasformazioni economiche e sociali del paese, lo sviluppo dell’educazione, della salute, dello sport, della cultura e della scienza, della difesa, nel confronto alle aggressioni esterne, nella conduzione di un’attiva politica estera di principi, e nelle azioni di solidarietà coi popoli che lottano per l’indipendenza ed il progresso. 
 
Il suo lascito include la difesa del multilateralismo, dell’integrazione latinoamericana e caraibica, di un mondo libero dalle armi nucleari, dell’ecosistema e della pace, posizioni che ha promosso in diversi forum internazionali, tra loro le Nazioni Unite. 
 
È scomparso a L’Avana, il 25 novembre 2016. 
 
di Waldo Mendiluza, giornalista di Prensa Latina

Fonte: Sito web Fidel Soldato delle Idee e gli archivi di Prensa Latina 
 

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